In prossimità del Giorno della Memoria (27 gennaio), che ogni anno ricorda lo sterminio degli ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale, il 24 gennaio 2016, ore 11, inaugurerà ad Asti, nel rinnovato palazzo Mazzetti, corso Alfieri 357, la mostra RICORDI FUTURI, a cura di Ermanno Tedeschi.
Si tratta di una mostra collettiva, promossa dalla Fondazione Palazzo Mazzetti e dalla Città di Asti, con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Asti e con la collaborazione di Banca CRAsti e dell’ISRAT (Istituto per la Storia della Resistenza e della società contemporanea in provincia di Asti) che oltre a ricordare l'Olocausto, vuole promuovere la cultura e la tradizione astigiana.
L'esposizione, visitabile dal 25 gennaio al 29 maggio 2016, presenta le opere di 34 artisti, nazionali ed internazionali, dalla diversa formazione artistica, che nella loro arte hanno affrontato il tema del ricordo e della memoria come bagagli indispensabili della vita d'ognuno.
Attraverso le varie sfumature dell'arte, che vanno dall'arte figurativa e concettuale a quella sensoriale, la mostra si propone, a detta del curatore, “come un racconto dal forte impatto emozionale, realizzato attraverso un linguaggio tecnologico”.
RICORDI FUTURI è divisa in nove sezioni: la prima sezione presenta le installazioni di Gianluigi Colin, realizzate attraverso fotografie e fogli al quale affida il compito di testimoniare gli eventi passati e anticipare quelli futuri.
La seconda sezione, con opere dell'artista israeliano Itshak Yarkoni, ha come tema “Il gioco come segno del tempo” e presenta quadri contenenti giocattoli antichi (i cui originali sono presenti in mostra) che cercano di svegliare la prima memoria, ovvero quella dell'infanzia.
Segue la sezione “Ricordo attraverso la fotografia”, con fotografie di Vardi Khana e Bruna Biamino che ripercorrono la storia della Shoah, del canadese Yuri Dojc che testimoniano come i libri, quindi la cultura, resistano persino alle guerre e le fotografie di Norma Picciotto, che invitano a riflettere sui simboli della cultura antica e contemporanea, giacenti su un tappetto di foglie secche e bianche.
La quarta sezione ha come titolo “Il segno e la scrittura come testimoni del tempo” e presenta le opere con impronte di bambini, donne ed uomini di Barbara Nejrotti, le sculture con numeri e lettere ebraiche di Tobia Ravà, le particolarissime creazioni di Nicole Riefolo, costruite assemblando le illustrazioni del manoscritto Voynich, ricco di illustrazioni ma misterioso, in quanto scritto in una lingua incomprensibile. Vi sono poi le opere di Moshe Gordon, realizzate dall'unione di due vecchi libri su uno dei quali pone la parola ebraica iskor (ricordo), di Antonio Meneghetti, Marina Munoz e Eugene Lemay. E' presente anche la scultura Shachelet (foglie cadute) dell'artista israeliano Menashe Kadishman.
La quinta sezione, “Generazioni” ha come compito quello di far dialogare il presente con il passato, presentando le installazioni di Jessica Carroll e Riccardo Cordero accanto a quelle dei loro padri.
Segue “Il ricordo attraverso la scienza” con fotografie di Anna Rierola che unisce all'arte la scienza.
La settima sezione “L'arte per ricordare e costruire il futuro” raccoglie le opere di Aldo Mondino, Giorgio Griffa, Vik Muniz, Emilio Isgrò, Francesco Vezzoli, Giulio Paolini, Luigi Mainolfi, Valerio Berruti, Ezio Gribaudo e Daniel Schinasi, Francesca Duscià, Isabella Traglio Vismara e Pietro D’Angelo.
Chiude il percorso espositivo l'ottava sezione, “27 gennaio Giornata della Memoria”, relativa all'Olocausto, con documentari ed immagini delle famiglie prima della Shoah, un periodo sul quale il ricordo dovrebbe soffermarsi di più. A fare da sfondo a questa stanza vi è la musica di un violino ritrovato in un campo di sterminio, il risultato di un monumentale lavoro del maestro Francesco Lotoro, autore dell’Enciclopedia geografica KZ Musik contenente la produzione musicale nei Campi di concentramento dal 1933 al 1945.
Durante tutto il percorso della mostra il visitatore sarà accompagnato dalle video-interviste ad illustri esponenti della cultura contemporanea come l'architetto Daniel Libeskind, lo studioso Arturo Schwarz, l'artista Emilio Isgrò, la psicologa Maria de Benedetti, Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz-Birkenau. Sarà disponibile anche un catalogo a cura di Paola Gribaudo.
Nel luglio del 2000 il Parlamento italiano ha stabilito con una legge che il 27 gennaio, il giorno della liberazione di Auschwitz, venga celebrato il Giorno della Memoria, dedicato al ricordo dello sterminio degli Ebrei. RICORDI FUTURI si propone di ricordare questo evento alle vecchie generazioni e mostrarlo alle ultime, affidando all'arte il compito di fare da mediatrice e trasmettere fiducia in un futuro che sappia fare tesoro delle esperienze passate.
La mostra è visitabile da martedì a domenica dalle 10.30 alle 18.30, fino al 28 febbraio, mentre dal 1 marzo è visitabile dalle 9.30 alle 19.30. Sarà chiusa il lunedì, tranne il 25 gennaio, il lunedì di Pasquetta e il 25 aprile 2016.
Ingresso: euro 7,00. Il biglietto di ingresso alla mostra consente l’accesso gratuito al Museo Civico di Palazzo Mazzetti.
Per informazioni: telefono 0141 530403, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
Angelica R. Disca