Sistina Experience

Il Giudizio Universale nell’epoca dell’Artainment

09.11.18 , Design , Paolo Belardi

 

Sistina Experience

Un minuzioso rilievo degli spazi e delle opere custodite nei Musei Vaticani, eseguito da Archimede Arte srl a partire dal 2014 con tecniche laser scanning e fotogrammetriche, ha restituito nuvole di punti e rappresentazioni 3D che, da qualche mese a questa parte, sono utilizzate tanto negli affascinanti tour virtuali a 360° quanto nelle attività correnti di catalogazione, gestione e restauro. Ma la predisposizione di un corpo documentario tanto vasto e prezioso non poteva non ispirare utilizzi diversi, volti non soltanto alla conservazione e alla salvaguardia, ma anche alla divulgazione e alla valorizzazione. Soprattutto nell’epoca dell’Artainment in cui l’arte incontra l’intrattenimento. Da qui le ragioni per cui un’équipe interdisciplinare “made in Umbria” (Archimede Arte srl di Perugia, Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” di Perugia, Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’Università di Perugia, Tecla srl di Gubbio) ha messo a punto il concept di una replica multimediale itinerante (ovvero smontabile e rimontabile liberamente in ogni parte del mondo, da New York a Pechino, da Mosca a Rio de Janeiro) della Cappella Sistina. Un concept che peraltro, così come tradisce lo slogan Sistina Experience coniato per l’occasione, incarna un’idea apparentemente ardita, ma in realtà assolutamente in linea con le tendenze espositive più avanzate. Perché, in virtù di un’apposita regia dedicata agli aspetti comunicativi e didattici, Sistina Experience consente la possibilità di vivere in modo multisensoriale e multifunzionale uno dei luoghi artistici più celebri e celebrati a livello planetario. Il tutto all’interno di una teca lignea che ricalca le dimensioni esterne della Cappella Sistina (15 metri di larghezza, 42 metri di lunghezza e 33 metri di altezza) e che si presenta come un volume elementare candido, segnato da una successione ritmica di telai in legno lamellare ancorati a un basamento che rende autoportante l’edificio consentendo il passaggio degli impianti tecnologici. Una teca lignea che custodisce e protegge le repliche delle opere d’arte, previste realizzate con un mix di tecnologie tradizionali e innovative. Infatti le riproduzioni, previste realizzate parte con stampa diretta ai raggi UV e parte con tecniche capaci di esaltare la componente materica degli originali, sono previste integrate da videowall con monitor LED, nel caso del Ciclo dei Quattrocentisti, e da videomapping architetturali, con retroproiezione nel caso della volta e con proiezione diretta nel caso del Giudizio Universale. L’obiettivo è predisporre dei veri e propri percorsi visivi esperienziali, capaci di rendere visibili particolari e ambientazioni altrimenti invisibili: dalle rughe che segnano i volti dei profeti al cielo stellato pittato sulla volta da Piermatteo d’Amelia precedentemente all’intervento di Michelangelo fino agli arazzi realizzati su disegno di Raffaello per il registro inferiore. Ma sempre e comunque non per sminuire o sostituire la Cappella Sistina, che è e rimane irripetibile, ma per aumentarne la conoscenza e amplificarne l’esperienza. Perché, così come ha notato con acutezza Paul Klee, “l’arte non riproduce ciò che è visibile, ma rende visibile ciò che non sempre lo è”.

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