L’aeroporto dell’Umbria “San Francesco d’Assisi” firmato da Gae Aulenti In evidenza

Martedì, 15 Maggio 2012,
L'aeroporto di Perugia cambia look e si propone nuove importanti ambizioni. "Nel giro di meno di 3 anni e senza precludere l'operatività", come ci racconta il direttore Farabbi, sono stati terminati i lavori firmati da Gae Aulenti dandoci l'impressione che l'Umbria abbia finalmente un aeroporto internazionale degno dell'ambizione di portarlo ad essere fruito da 500 mila passeggeri l'anno. Il progetto ha previsto un programma di lavori diviso in tre fasi, a partire dalla costruzione degli spazi tecnologici e della nuova aerostazione già inaugurati, fino alla ristrutturazione del vecchio terminal entro il mese di giugno, che ospiterà uffici, una galleria di spazi commerciali ed un ristorante. "Questo spazio – spiega Farabbi – risulta come una sorta di perno tra l'aerea tecnica e il ristorante distinguibile anche nel suo linguaggio architettonico rispetto al resto del progetto, proprio perché è l'unica parte ristrutturata e non costruita ex-novo, nella quale si andranno ad inserire attività commerciali che rappresentino le eccellenze del nostro territorio. L'obiettivo è la fruibilità dell'infrastruttura da parte di tutti. Molto spesso infatti la tendenza nei grandi aeroporti è quella di spostare tutto dopo i controlli prima dell'imbarco, qui grazie alla rapidità di gestione di queste operazioni, si è voluto lasciare uno spazio accessibile anche a coloro che non sono in aeroporto per imbarcarsi, ma piuttosto in attesa o in visita". Le connotazione di tipicità regionale dell'aeroporto San Francesco si evincono anche dalle scelte architettoniche adottate da Aulenti. Il nuovo terminal è infatti composto da otto strutture a pianta quadrata con tetto a quattro falde tipico della nostra regione, la distribuzione in unico livello dimostra la volontà di rientrare nei vincoli paesaggistici dell'aerea in cui è inserito senza avere un impatto visivo sull'ambiente. Quattro degli otto padiglioni si affacciano verso la strada di accesso con una facciata regolare, in cui si distinguono tre ingressi con pensiline metalliche. Gli altri quattro padiglioni, che si affacciano verso le piste, sono invece disposti a ventaglio, permettendo così di avere una zona più ampia al centro in corrispondenza dei check-in. In questo spazio centrale si evince il continuo gioco di vuoti e pieni, dando luogo a contrasti di luci ed ombre che caratterizzano fortemente l'intero complesso. L'uso sapiente del cemento armato con effetto di pannellature gettate in opera, si intervalla con alleggerimenti di setti in vetrocemento così da potenziare ancor più l'uso della luce naturale. Per quanto concerne il richiamo dei cromatismi del complesso, Farabbi cita il rosso come richiamo al nostro cotto e il verde ai nostri olivi. Il progetto include inoltre le sistemazioni esterne e a verde, l'ampliamento del piazzale di sosta per gli aerei e i collegamenti necessari alle piste.  Il nuovo assetto architettonico del terminal ha inciso anche nella gestione delle operazioni di imbarco. Come sostiene il capoturno Valter Cozzari: "C'è un miglioramento nel modo di operare, nel comfort dei passeggeri per non parlare dei controlli di sicurezza effettuati con mezzi più moderni che velocizzano le operazioni". Basti pensare che a parità di personale l'aeroporto 20 anni fa gestiva 30.000 passeggeri l'anno, ora 100.000 al mese nei periodi di punta.  

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