La Nutella e il suo mondo

Giovedì, 30 Marzo 2017,
La vita di Michele Ferrero è una storia fatta di tante idee e di golose prelibatezze, ma soprattutto di amore per la sua famiglia, per i collaboratori, per l’azienda e per i suoi prodotti. Un lungo cammino partito da una piccola città del Piemonte per arrivare in tutto il mondo. Un viaggio affascinante nel tempo è l’avventura di un uomo la cui semplicità e genialità ha portato il nome Ferrero in ogni continente. Michele Ferrero (1925-2015) nasce a Dogliani, vicino Alba. Suo padre Pietro apre nel 1942, proprio ad Alba, un laboratorio di pasticceria nel quale inizia a sperimentare la creazione di nuovi prodotti dolciari.  Michele fin dall'inizio dell’attività collabora con i familiari, e dopo la morte del padre verrà affiancato dalla zia, fino a trasformare l’azienda in un impero, il quarto al mondo nella area dei prodotti dolciari. Quasi dieci anni dopo la "ditta" di Michele, grazie ad un sempre maggior utilizzo del canale pubblicitario televisivo, consolida la propria posizione quale leader di mercato. Forbes attribuisce a Michele Ferrero, che dal 1997 passa la conduzione dell'azienda ai figli Pietro e Giovanni, il titolo di uomo più ricco d’Italia. Nell'aprile del 2011 perde il figlio Pietro, e decide di tornare per colmare lo scompenso, resterà legato alla sua azienda fino al 2015 anno della sua morte. Una creazione Ferrero che ha fatto talmente storia da portare il proprio nome a essere persino integrato nella lingua italiana è la Nutella. Certamente un prodotto alimentare diventato fenomeno di costume, la cui consacrazione culturale avviene nel tempo, ad opera del cinema, della letteratura, della musica. Vogliamo qui citare la confezione che, sin dal suo lancio nel 1964, diviene parte integrante dell’identità del prodotto: il bicchiere a base esagonale. Si tratta di una confezione che fu accostata al formato-barattolo, e che a esso venne perfettamente coordinata, sul piano della grafica: con la fetta di pane sull’etichetta, a testimoniare la familiarità del prodotto, e il logotipo dalla “n” nera, elementi che ancora oggi ne contrassegnano l’identità. Con il bicchiere si afferma una soluzione innovativa. E se il riuso era certamente già praticato, in forma spontanea o indotta, con il bicchiere della Nutella si introduce un modello di relazione tra marca e destinatario che si tradurrà in strategia di marketing. I bicchieri nel tempo si rinnovano, si susseguono decorazioni, segni, texture, rappresentazioni astratte ispirate alla natura. L’imballaggio-bicchiere risponde alla funzione di riuso interpretandolo e armonizzandolo sul piano del senso con il proprio contenuto. Il bicchiere, con il suo coperchio di plastica bianca, esprime un principio di essenzialità, sfruttando le qualità intrinseche del contenitore e, una volta consumata la crema, vive una vita propria in ambito domestico, assolvendo a una nuova funzione. Ogni confezione esaurita la funzione primaria, si trasforma in un bicchiere che trova istantaneamente posto nelle abitazioni di ciascuno e, attraverso i temi decorativi, crea un meccanismo di relazione con ogni soggetto della famiglia che riconosce il proprio favorito. Mai slogan pubblicitario è stato più azzeccato: “Che mondo sarebbe senza Nutella?” incarnando indiscutibilmente il vissuto che ognuno di noi ha nei confronti della famosa crema gianduia. Gli amanti della Nutella vorrebbero spesso immergere il dito direttamente nel barattolo, ma il più delle volte bisogna fare i conti con i rimproveri di nonne e mamme. Qui viene in aiuto il design. Per rafforzarne il valore simbolico, nel 2004 il designer toscano Paolo Ulian progetta un particolare biscotto che permette di immergere le proprie dita nel barattolo senza sporcarsi, pur di prolungare il piacere di quel sogno proibito, sgranocchiando la punta del proprio dito per assaporare, come se fosse la prima volta, la crema più buona e celebre al mondo. Carmelo Rizzo

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