Festival del cinema di Cannes 2022 – Tra glamour e denuncia

06.06.22 , Costa Azzurra , Marinella Cucciardi
Ph. Sergio Fracchia

 

Festival del cinema di Cannes 2022 – Tra glamour e denuncia

Che fosse un’edizione speciale è stato chiaro fin dall’inizio, ma il Festival di Cannes 2022 ha davvero soddisfatto tutte le aspettative.

Dopo la scorsa edizione un po’ sottotono a causa della pandemia, quest’anno gli organizzatori erano desiderosi di festeggiare in grande stile il 75° anniversario di questo mitico evento. E la scintillante atmosfera glamour del Festival ha davvero brillato sul tapis rouge della Croisette, grazie al grande ritorno delle più famose star di Hollywood come Sharon Stone, Julia Roberts, Tom Hanks, e al tripudio di abiti eleganti e stravaganti.

Ma il Festival è stato anche il momento della riflessione e dell’impegno, imposti dall’opprimente situazione provocata dalla guerra in Ucraina. Questa doppia anima è stata perfettamente rappresentata dalla cerimonia di apertura, che ha regalato un momento di intensa emozione quando il presidente Volodymyr Zeleski si è collegato in diretta da Kiev. Il suo discorso ha evocato le sofferenze del popolo ucraino, ma anche il ruolo del cinema come mezzo di denuncia e di lotta. Zeleski ha poi citato il film Il dittatore di Charlie Chaplin, uscito del 1940 in piena guerra. Perché, come ha dichiarato Zeleski concludendo il suo intervento «Oggi c’è nuovamente un ditattore […]. Sono convinto che il dittatore perderà. Quello che ci vuole oggi è un nuovo Chaplin», in modo che il cinema on resti muto di fronte alla dittatura.

Il pubblico nella sala ha accompagnato queste parole con grida di sostegno, alzandosi in piedi e applaudendo lungamente.

A fare eco a questo momento inteso, è stata la premiazione di Forest Whitaker, che ha ricevuto una Palma d’oro alla carriera. Attore, regista e produttore dalla carriera ricchissima, ma anche e soprattutto ambasciatore dell’Unesco e filantropo, impegnato con l’associazione da lui creata nell’aiuto delle popolazioni vittime dei conflitti nel mondo, Whitaker ha ricordato come i cineasti rispecchiano nei loro film le realtà della vita, dandole un senso.

La serata è poi continuata all’insegna della leggerezza, con la proiezione del film d’apertura Coupet!, parodia comica sugli zombie, diretta da Michel Hazanavicius e interpretata da Romain Duris e Berenice Bejo.

Uno dei momenti forti di questa edizione, è stato senz’altro l’arrivo di Tom Cruise sulla Croisette, celebrato dalla squadriglia di caccia francesi, la celeberrima patrouille de France, che ha solcato i cieli di Cannes dedicandogli il famoso spettacolo della scia tricolore, in omaggio alla presentazione in anteprima del film Top Gun: Maverick. La giuria ha inoltre ricompensato l’attore con una Palma d’Oro d’onore a sorpresa, scatenando la standing ovation dei presenti.

I dieci giorni del Festival sono poi continuati tra eventi, feste e, soprattutto tanto cinema, per culminare con la serata conclusiva in cui la giuria, presieduta dall’attore Vincent Lindon, accompagnato da Asghar Farhadi, Rebecca Hall, Ladj Ly, Jeff Nichols, Deepika Padukone, Noomi Rapace, Joachim Trier et Jasmine Trinca, ha attribuito i tanto attesi premi.

Per la migliore interpretazione femminile è stata scelta l’attrice iraniana Zar Amir Ebrahimi per l’intenso ruolo nel film Holy Spider, mentre il premio per il miglior attore è stato vinto dal sud coreano Song Kang-ho, membro della giuria della scorsa edizione del Festival, per il suo ruolo in Broker.

Il Premio della giuria è stato attribuito ex aequo a Hi-Han (Eo, titolo originale), del regista polacco di 84 anni Jerzy Skolimowski, e Le otto montagne, della coppia belga Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch. Il film, tratto dal romanzo Premio Strega di Paolo Cognetti e nato dalla collaborazione tra Italia, Belgio e Francia, racconta con delicatezza e poesia la storia di un’amicizia dall’infanzia all’età adulta.

Ancora un ex-aequo per il Grand prix. La giuria ha ricompensato con questo riconoscimento Close, affresco delicato sull’adolescenza, del regista belga Lukas Dhont, e Stars at Noon, della francese Claire Denis, adattamento del tumultuoso omonimo romanzo di Denis Johnson.

Con un premio eccezionale, istituito per celebrare questo 75° anniversario del Festival, è stato ricompensato il commovente Tori et Lokita, dei fratelli Jean-Pierre & Luc Dardenne, già due volte vincitori di una Palma d’oro nel passato.

Infine, la Palma d’Oro, il più ambito dei premi, è stato vinto da Triangle of Sadness di Ruben Östlund. Doppietta per il regista svedese, già vincitore nel 2017 con The Square.

Il film è davvero piaciuto alla giuria, per la sua attualità, una dura satira sulla cupidigia e il capitalismo, divertente e scioccante al tempo stesso.

La 75a edizione del Festival di Cannes ha davvero brillato sia per la qualità dei film presentati, sia per la ritrovata atmosfera scintillante che ha da sempre accompagna questo evento icona del mondo del cinema.

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