sezione arte riflesso magazine

Caos, centro per le arti opificio Siri: il nuovo polo della contemporaneità umbra

Lunedì, 07 Ottobre 2013,
Arte,
Il CAOS è uno spazio immenso di 6000 mq, un nuovo e moderno centro per le arti contemporanee sorto sulle rovine della fabbrica chimica ex Siri. Ancora una volta, come nel caso degli Ex Seccatoi del Tabacco di Città di Castello che sono diventati la cornice dei cicli monumentali di Burri, ci troviamo di fronte alla riconversione di una vecchia fabbrica in contenitore ideale per l’arte contemporanea e non solo. Il corpo centrale del complesso ex-Siri è dedicato all’arte moderna e contemporanea, non solo come centro di esposizione, ma anche come laboratorio di produzione artistica. Una nuova modernissima formula di convivialità denominata FAT: fotografia, arte, teatro, cinema, bar, bookshop, biblioteca, musica; la contaminazione tra le diverse espressioni artistiche è la conseguenza naturale così come la sperimentazione attiva da parte dei visitatori, che diventano attraverso i laboratori, parte integrante del processo di promozione e valorizzazione culturale. L’ala del complesso è dedicata alle esposizioni permanenti. Il piano terra ospita l’arte del ‘900 e contemporanea. Nelle prime sale le opere di artisti italiani ed europei riconducibili al Realismo e all’Astrattismo (Turcato, Severini, Montanarini, ecc) mentre nelle altre sale sono presenti opere più recenti (Pomodoro, Greco). Il primo piano invece è destinato alla Pinacoteca Civica, precedentemente dislocata a Palazzo Gazzoli: il grande salone dell’arte antica con la pala d’altare dei francescani, capolavoro di Piermatteo d’Amelia, la tavola a fondo oro di Benozzo Gozzoli e tele di Giovanni di Pietro detto Lo Spagna, Niccolò Alunno e molte altre opere di artisti che hanno operato nel territorio regionale tra il XVI ed XIX secolo. All’interno del CAOS è allestito anche il Museo d’arte moderna e contemporanea” Aurelio De Felice”nato dall’unificazione delle donazioni fatte a più riprese da Aurelio De Felice al Comune e alla Provincia di Terni (complessivamente circa 800 opere): numerose delle sue sculture insieme ai dipinti del pittore naif Orneore Metelli e alle grafiche firmate dai protagonisti dell’arte del Novecento europeo (Chagall, Kandinsky, Mirò, Leger, Cocteau, ecc). Aurelio De Felice era originario di Torre Orsina. Fu un artista internazionale che promosse l’arte italiana in Europa fondando a Parigi insieme a Gino Severini la Scuola d’Arte italiana (1950). Insieme a Scipione, Mafai, Antonietta Raphäel, Pericle Fazzini fu un esponente di spicco della “Scuola romana”, una corrente artistica che, in nome di un antinaturalismo di fondo, perseguiva la ricerca di una realtà incantata e al tempo stesso terrena, con soluzioni coloristiche intrise di passionalità volte a potenziare la forma. Al 1940 risale una delle sue opere più celebri: “Adolescente con ocarina” che gli valse l’apprezzamento e la stima di Vincenzo Cardarelli. La sua sperimentazione artistica si arricchì a contatto con Picasso, Lèger, Cocteau, Van Dongen, Zadkine, Tobey, Brancusi.La sua opera in bronzo “Maternità”, collocata nel parco di Nunobiki, domina su una altura la città giapponese di Kobe. De Felice morì nel 1996 nella sua casa di Torre Orsina dopo aver fondato anche l’istituto Statale d'Arte di Terni. [...]Il suo segno – e a me pare più esplicitamente nei disegni – supera il limite delle forme tenute finora per le sole vere, si avventura liberamente tra forma e forma, in quello spazio che prima era chiamato vuoto, e creduto vuoto[...] Alberto Savinio, “De Felice scultore”.

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