Luigi Proietti, in arte Norberto, nacque a Spello nel 1927. Non poteva, viste le sue propensioni successive, nascervi per caso: Spello è uno dei borghi medievali più integri e poetici dell'Umbria, un cumulo di favola e pietre. La scelta artistica di Norberto non fu comunque immediata: le difficoltà economiche della famiglia lo costrinsero a lavorare precocemente come sarto presso la bottega dello zio, seguendolo nei suoi spostamenti, tra gli anni Quaranta e Cinquanta, da Roma a Bergamo. Divenuto un abile sarto, nel 1951 aprì un suo laboratorio a Spello non sapendo che presto l'arte avrebbe occupato interamente la sua esistenza. Un giorno, servendosi dello stucco lasciato casualmente nella sua abitazione da alcuni imbianchini, preparò il fondo di una tavoletta, lo incise e lo colorò: la scoperta del proprio destino lo condusse molto presto al successo. Nel 1962 Norberto espose a Lussemburgo, nel 1965 – 66 in America, a Memphis, e fu continuamente presente al Festival dei Due Mondi di Spoleto tra il 1967 e il 1974. È in questa fase che la produzione dell'artista riesce a sovrapporsi alle tendenze dell'arte naïf, divenuta in breve tempo fenomeno di grande fortuna popolare e commerciale. Il massimo promotore del naïf italiano, Cesare Zavattini, divenuto un convinto estimatore di Norberto, collaborò per attribuirgli l'Oscar Nazionale dell'arte "ingenua" e il Premio Suzzara nel 1971. Zavattini in una lettera a Norberto del 1978 scrisse: «...ma lo sai che ogni volta che ho visto i tuoi quadri il mio primo desiderio è sempre stato quello di partire subito per Spello, e poi, aureolato da quella tanta aria trasparente, andare in giro come un fraticello finalmente tacendo (e non mi capita quasi mai in città ). Che cosa si può ottenere di più dalla propria pittura di una propaganda così ingenua e assoluta del luogo dove si è nati?...» . Norberto non amava essere definito un naïf e lo testimoniano le opere che hanno preceduto e seguito quelle definibili naïf. La sua pittura ha una matrice intrecciata saldamente con la più significativa tradizione primitivistica italiana da Alberto Magri a Massimo Campigli. A testimoniarlo le sue prime opere ingiustamente sottovalutate come "Autoritratto" e "Nanda"(1959) che colpiscono per la densità e la scabrosità della materia. I quadri di Norberto sono popolati di dolci colline, dalle tinte morbide e pacate, che non possono non colpire per la loro aurea spirituale e assorta. I suoi paesaggi concentrano armoniosamente la convivenza della città e della campagna, creando un "luogo altro", sublimato. Ma la cifra stilistica che in particolar modo ha caratterizzato l'artista rendendolo celebre in tutto il mondo sono i "fratini", figure piccole e attivissime che popolano i suoi quadri come formiche operose, raccontando un mondo di preghiera e lavoro:"Ora et labora" dentro un Medioevo quasi metafisico, fuori dalle leggi del tempo. Anche Norberto doveva sentirsi a suo modo un monaco impegnato a glorificare con il talento artistico e con la fatica del mestiere ciò che amava profondamente. S. Francesco d'Assisi fu il suo più alto modello morale e intellettuale: "la vita va spesa lodando la meraviglia del creato e le gioie della comunione di Dio". Dedicò al santo la scultura raffigurante il "Pellegrino di pace" conservata davanti alla Basilica Superiore di Assisi che testimonia la creatività di Norberto anche nella tecnica scultorea. L'artista morì nel 2009 a Spello dove oggi c'è un museo a lui dedicato.