Fu il re Carlo di Borbone ad iniziare la costruzione della Reggia di Capodimonte all'interno del quale istituì il Museo Nazionale omonimo. Con il desiderio di dare una degna cornice alle opere ereditate dalla madre, Elisabetta Farnese, vi installò le prime opere già a partire dal 1758.
L'inaugurazione ufficiale del museo avvenne un paio di secoli dopo, nel 1957. Prevalentemente esibisce pitture esposte nelle due principali gallerie, la Farnese e la Napoletana. Mentre la prima ospita opere di artisti del calibro di Raffaello, il Parmigianino, Tiziano, nella seconda ci sono riunite le opere provenienti da tutte le chiese di Napoli e dei suoi dintorni.
Il Museo si estende su tre piani, mentre al piano terra – che comprende anche il seminterrato –, vi sono aule didattiche. A questi va aggiunto anche il piano ammezzato in cui ci sono il Gabinetto dei Disegni e delle Stampe, le esposizioni dell'Ottocento privato e dei manifesti Mele.
Il primo piano si divide nella Galleria Farnese e nell'Appartamento reale. Le sale sono oltre sessanta, divise a metà tra i due ambienti. La Galleria Farnese costituisce il nucleo fondante e più importante del museo e si sviluppò grazie alle acquisizioni di attenti collezionisti e sapienti mecenati della famiglia Farnese.
L'Appartamento reale nacque come museo ma con il tempo divenne una delle residenze dei sovrani borbonici prima e francesi poi, senza dimenticare la famiglia dei duchi d'Aosta.
Al secondo piano ci sono la Galleria Napoletana, la collezione d'Avalos mentre al terzo ci sono la Galleria dell'Ottocento e la galleria fotografica. La sezione d'Arte Contemporanea è divisa tra il 2° e il 3°, piano in cui si trova anche il Vesuvius di Andy Warhol.
La Galleria Napoletana è composta da opere comprese in un periodo che va dal XIII° al XVIII° secolo. La maggioranza sono dipinti ma troviamo anche sculture e arazzi realizzati principalmente da artisti partenopei e non, che comunque partecipavano al fermento culturale della città .
La collezione d'Avalos, dal principe che se ne preoccupò, ha la maggior parte delle opere che sono nature morte ma anche temi storici, mitologici e letterari.Â
La Galleria dell'Ottocento espone opere di artisti non sono solo napoletani ma che rappresentano diverse zone dello stivale nel periodo storico che segue l'Unità d'Italia. Ne consegue una rappresentazione abbastanza completa del linguaggio figurativo illustrando aspetti sociali, culturali, naturalistici e non ultimo storici. La galleria fotografica ritrae personaggi della cultura napoletana tra il 1968 e il 1988 e sono opera di Mimmo Jodice, un celebre fotografo napoletano. Il museo si presta anche ad eventi temporanei: la più importante del momento è l'esposizione di Parade, l'opera più grande di Pablo Picasso, conservata al Centre George Pompidou di Parigi ed esposta raramente viste le sue grandi dimensioni (17m x 10m). La mostra aperta dall’8 aprile al 10 luglio è l’appuntamento inaugurale dell’iniziativa Picasso-Mediterraneo del Musée national Picasso-Paris che celebra il centenario del viaggio in Italia compiuto, tra marzo e aprile del 1917, dall'artista stesso insieme al poeta Jean Cocteau per lavorare con i Balletti Russi a Parade, balletto andato in scena a Parigi a maggio dello stesso anno, su soggetto dello stesso Cocteau e musica di Erik Satie. La mostra è a cura del direttore Sylvain Bellenger e di Luigi Gallo ed è raccontata anche nell’app gratuita e disponibile per dispositivi iOS e Android. Da sottolineare anche come il museo riservi attenzione ai non vedenti tramite i percorsi Capodimonte tra le mani e Gemito tra le mani, nell’ambito della rete Napoli tra le mani, realizzata in collaborazione con il Servizio di Ateneo per Attività di Studenti con Disabilità (SAAD) dell’Istituto Suor Orsola Benincasa di Napoli.