sezione arte riflesso magazine

Il secondo futurismo si nasconde nel cuore di La Spezia

Domenica, 05 Febbraio 2017,
Arte,
Il «paesaggio marino, le colline selvagge e acciaio e ferro delle navi e dei cantieri, acrobazie degli idrovolanti e spettacolari esercitazioni aeree militari» fecero di La Spezia il luogo privilegiato per gli architetti futuristi dell’asse ligure-piemontese. Edificio simbolo di questo nuovo clima culturale è il Palazzo delle poste progettato dall’architetto futurista Angiolo Mazzoni, inaugurato nel 1933 e situato nella centrale Piazza Giuseppe Verdi. Il palazzo è un esempio di architettura razionalista, la sua semplicità e linearità esteriore celano la più complessa struttura interna. Visione privilegiata del palazzo è quella aerea (non a caso Mazzoni nel 1934 sarà tra i firmatari del Manifesto dell’architettura aerea), mentre la frontale conferisce la sensazione di trovarsi d’innanzi a un “sacro altare civile”, sensazione rafforzata dalla struttura a “U” del fabbricato e dalle sue “ali” laterali. Il palazzo è munito anche di una civilissima torre dell’orologio. È proprio qui che inaspettatamente si nascondono al suo interno i coloratissimi mosaici ceramici dei pittori futuristi Luigi Fillia ed Enrico Prampolini, sul tema delle comunicazioni, rispettivamente, terrestri e marittime e sulle telecomunicazioni telegrafiche, telefoniche e aeree. Il tema e il carattere anticonvenzionale dei mosaici non furono né apprezzati né compresi a pieno dalla popolazione della città. Oggi ne è stata fatta una grande rivalutazione e opera di restauro che ha attirato soprattutto il turismo straniero della città. Le comunicazioni vengono rappresentate attraverso i principali mezzi di trasporto, grandi navi che richiamano la funzione del porto spezzino, treni imponenti, e soprattutto velocissimi aeroplani: simbolo più noto del futurismo. Guardando verso l’alto della torretta si rimane avvolti dal colore e dalla lucentezza delle tessere musive che conferiscono dinamicità all’ambiente nella loro risalita verso l’alto. Un uso estremamente innovativo del mosaico, già in linea con quello che sarà il manifesto futurista della ceramica e aeroceramica del 1938. Il mosaico anziché richiamare il tradizionale ambiente sacrale a cui siamo abituati ad associarlo, ci spinge verso la modernità e la rapidità che secondo i futuristi avrebbe caratterizzato l’avvenire dell’uomo e che di fatto segna il nostro presente. L’opera è un esempio unico per chi vuole scoprire una delle anime della piccola, e poco conosciuta, provincia ligure della riviera del Levante. Samantha Chia

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