sezione arte riflesso magazine

La grandiosità scenografica di Giovan Battista Tiepolo

Mercoledì, 21 Settembre 2016,
Arte,
Giovan Battista Tiepolo (1696-1770) è stato definito come l’ultimo dei grandi geni italiani ed è considerato l’artista più famoso ed autorevole di tutto il Settecento. La fantasia, la tensione intellettuale e la creatività compositiva dell’artista veneziano rendono inconfondibile ogni suo lavoro e costituiscono l’ethos della sua arte, che ha stravolto tutta la tradizione pittorica italiana fino ad allora concepita, con la sua idea avanguardista, moderna e futuristica della pittura. Giambattista nacque a Venezia e, formatosi nella bottega di Gregorio Lazzarini, appena adolescente apprese già il gusto per la grandiosità scenografica dei dipinti, in un periodo di transizione che segna il passaggio dall’arte tardo barocca al rococò. Tuttavia risulta errato e riduttivo classificare la sua pittura in uno dei movimenti o delle correnti dell’epoca. La fase storica in cui operò è segnata dalla rovinosa decadenza della Serenissima, che per millenni aveva regnato incontrastata; la sua pittura luminosissima ed aperta era il mezzo con cui i nobili veneziani cercavano di dimenticare l’imminente sfacelo. In questo ambiente cresceva la fama del Tiepolo, che venne chiamato nei più importanti palazzi del nord Italia: iniziò a lavorare ad Udine, realizzando gli spettacolari affreschi nella cappella del Duomo e i monumentali dipinti nel Palazzo e nel Castello Patriarcale, seguirono poi i capolavori di Palazzo Clerici a Milano, dove espresse tutto il suo elevato virtuosismo tecnico e creativo nel celeberrimo affresco Carro del Sole. Continuò la sua attività in numerosissime ville e chiese tra Bergamo e Venezia, poi nel 1750 venne chiamato a Wurzburg, in Germania, dal principe vescovo Carl Philipp Von Greiffenklan per decorare la sua residenza. Proprio a qualche anno prima del soggiorno teutonico risale l’unica opera che il Tiepolo realizzò per una città “al di sotto del Po”. Intorno al 1740 gli venne commissionata una pala d’altare che doveva ritrarre la Madonna in Gloria col Bambino e San Filippo Neri. Nè Roma, nè Firenze e tantomeno Napoli possono fregiarsi dell’insigne firma del grande pittore veneto. Ebbene l’unica opera che oltrepassò il Po è gelosamente custodita a Camerino, nelle Marche. La splendida e storica città ducale universitaria è lo scrigno d’un tesoro inestimabile. Nella chiesa barocca intitolata a San Filippo Neri è ammirabile la magnifica pala di Giovan Battista Tiepolo. Varcando il portone d’ingresso basta fare qualche passo e volgere lo sguardo nella seconda cappella a destra per perdersi completamente nell’emozionante lucore della sensazionale pittura del Tiepolo. La Madonna, rilassata quasi dormiente, regge Gesù Bambino curioso e forse un po’ impaurito alla vista del Santo toscano in genuflessione. L’opera è caratterizzata dal cromatismo inconfondibilmente acceso e delicato del Tiepolo, di cui la nuvola sorretta da un angelo ne esalta la leggerezza. L’orchestrazione delle tinte sortisce un effetto ricco di movimento che risalta lo stile elogiandone i giochi di luce e la misura spaziale, quest'ultima di un'altezza vastissima ed ineguagliabile. La superba resa dell’azione dei personaggi sublima la plasticità umana in una perfetta combine coi contorni rapidi, morbidi e sapientemente modellati. Ogni tela del Tiepolo non nasce per la realtà solida e prettamente figurativa del quotidiano: deve stupire, creare sospensione e soprattutto esaltare ai massimi livelli la bellezza. Giambattista Tiepolo, forse per caso, forse per volontà, non compose mai nessuna opera per nessuna città al di sotto del Po, tranne che per Camerino. Sono passati più di 270 anni dalla morte del grande genio italiano del ‘700, ma quelle emozioni impresse sulla tela, sposando tecnica, colori, intuito, forma e bellezza sono tutt'ora vibranti e vivissime. Carlo Trecciola

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