Immersa nel verde delle colline Pistoiesi, Fattoria Celle e l’ampio parco che la circonda ospitano una tra le più importanti raccolte di opere d’arte ambientali in Italia: la collezione Gori.
Un giardino all’inglese, di circa trenta ettari, fa da cornice alla Villa: progettato nell’Ottocento dall’architetto Giovanni Gambini in tipico stile romantico, si caratterizza per un’alternanza di elementi naturali (rigogliose specie arboree e piante secolari) a elementi artificiali (una voliera, un piccolo tempio neoclassico, un ruscello che diventa laghetto). Un susseguirsi di episodi emozionanti, capaci di stupire e incantare il visitatore.
Nel 1970 l’intera proprietà è acquistata da Giuliano Gori, imprenditore tessile pratese, collezionista e appassionato d’arte, e trasformata in un laboratorio di sperimentazione per artisti di fama internazionale, chiamati a eseguire opere site-specific da collocare nel giardino e nelle sale interne della villa. È il luogo a dare ispirazione, guidando l’atto creativo.
Nelle installazioni ambientali lo spazio nel quale si colloca l’opera non costituisce un mero contenitore, ma diventa parte integrante della stessa. Ecco perché Giuliano Gori seleziona con cura ogni artista, chiamandolo a scegliere uno spazio che sia compatibile al proprio progetto e a sviluppare un’installazione che nasca in stretta relazione con il sito che la ospita. Il risultato è un museo a cielo aperto unico nel suo genere, nel quale natura, architettura e arte convivono in perfetta armonia. Aperta al pubblico dal 1982, Fattoria Celle ha consolidato negli anni la sua fama, divenendo modello di riferimento per i numerosi “parchi d’arte” sorti in seguito.
La collezione vanta, ad oggi, più di settanta opere. Tra i tanti artisti che hanno contribuito con le loro installazioni vi sono (solo per citarne alcuni) Alberto Burri, Robert Morris, Richard Serra, Sol Lewitt, Daniel Buren, Fausto Melotti, Michelangelo Pistoletto, Mauro Staccioli. Da maggio a settembre la villa è aperta al pubblico, prenotando gratuitamente una delle visite organizzate messe a disposizione della fondazione. Una guida condurrà gli ospiti alla scoperta delle opere ambientali che compongono quest’affascinante collezione privata, generosamente offerta al pubblico dalla famiglia Gori.
L’opera “per quelli che volano” di Luigi Mainolfi è tra le prime ad accogliere i visitatori che iniziano il percorso.Spicca, tra le chiome degli alberi che circondano la fattoria, un particolare insolito che colpisce l’osservatore: una panchina di ferro verde resta in equilibrio, sospesa sul tetto dell’edificio, mentre una scritta in caratteri neri, “per quelli che volano”, è impressa sulla facciata della fattoria. Un’opera dal forte impatto emotivo, che non solo è un omaggio alla memoria di Pina Gori, moglie del collezionista, ma è anche un inno alla leggerezza e un invito rivolto all’osservatore ad elevarsi, con lo sguardo e con la mente, andando oltre le questioni terrene. Un ottimo incipit per iniziare il percorso alla scoperta dell’arte ambientale.
Livia Ballan