I giganti di Mont’e Prama sono sculture nuragiche in pietra arenaria gessosa, scoperte casualmente nel 1974 durante l’aratura di un campo ricco di palme nane (da qui il nome Mont’e Prama) situato alle spalle della laguna di Cabras (OR); si tratta di 5178 reperti che vengono conservati in naftalina negli scantinati del Museo Archeologico Nazionale di Cagliari per 40 anni. Nonostante le urla nel silenzio di alcuni volenterosi studiosi (Giovanni Lilliu e altri), si è tentato di lasciare marcire nell’indifferenza e nell’ignoranza questi frammenti, frutto di una sensazionale scoperta (la più grande necropoli nuragica - vengono rinvenute oltre 100 tombe molte delle quali inviolate). Finalmente nel 2005 vengono stanziati dei fondi dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e dalla Regione Sardegna e dal 2007 ad oggi le statue vengono ricomposte. Custodite nel Museo Archeologico Nazionale di Cagliari e nel Museo Civico di Cabras, sono estremamente imponenti. Raffigurano arcieri, guerrieri e pugilatori di giovane età e in buone condizioni fisiche che impugnano una faretra e uno scudo circolare decorato; la bocca è costituita da una linea appena accennata in contrasto con i lineamenti del volto che sono fortemente marcati: hanno naso e sopracciglia importanti e grandi occhi composti da due cerchi concentrici, ad esprimere probabilmente potenza e magia; indossano abiti orientalizzanti e la pettinatura è in stile celtico composta da trecce, gli elmi hanno delle corna e gli scudi sono elaborati; ma ciò che li rende unici è la loro titanica altezza che va dai 2 ai 2,60 metri, oltre al fatto che portano il 52 di piede. Ricordano i bronzetti nuragici per volti, vestiario e armi e per questa similitudine vengono datati tra il VII e l’VIII secolo a.C., periodo in cui gli Shardana (popolo del mare sardo) avrebbero girato il mondo allora conosciuto, acquisendo innumerevoli conoscenze sul vestiario (orientale), sulle pettinature (celtiche) e sulle armi. Vi sono altre ipotesi che li collocano dal 2700 a.C al primo millennio a.C per arrivare fino al VII secolo a.C. Diventerebbero così tra le più antiche statue del bacino del Mediterraneo antecedenti anche ai Kuroi greci. Questi affascinanti “giganti” portano Cagliari e Cabras ad allestire una mostra che vede alternarsi migliaia di visitatori incantati dalla bellezza e imponenza di queste figure. Grazie alla Soprintendenza Archeologica il percorso viene arricchito da uno strumento digitale per l'esplorazione visiva dei reperti, rappresentato dai modelli tridimensionali delle sculture prodotti dal Centro di Ricerca Sviluppo e Studi Superiori in Sardegna (CRS4), rendendo così accessibile a tutti questo pezzo fondamentale della nostra storia.
Anna Paola Olita