Un mondo sopito nell'antica città di Matera

Capitale della Cultura 2019, primo sito Unesco dell’Italia meridionale: è la città dei Sassi, uno dei luoghi più suggestivi grazie alle grotte, ipogei, palazzotti, chiese, scalinate e giardini incastonati l’uno nell’altro a formare un luogo unico e magico

04.12.18 , Architettura , Italo Profice

 

Un mondo sopito nell'antica città di Matera

Nel 2019 Matera sarà la Capitale della Cultura Europea grazie ad un progetto ambizioso che ha puntato sulla sperimentazione sociale, tecnologica e ambientale.

La parte antica della città è rappresentata dai Sassi: un'intera città scavata nella roccia calcarenitica che comunemente è chiamata “tufo”.

Solo nel 1950 i Sassi erano famigerati perché additati da Alcide De Gasperi come il simbolo dell'arretratezza dell'Italia meridionale. Non è un caso che siano descritti, in maniera anche pittoresca, da Carlo Levi in Cristo si è fermato ad Eboli, che li definisce come due imbuti separati da uno sperone di roccia (La Civita). L'insediamento risale ai tempi del Paleolitico e per secoli ha ospitato il fiero popolo materano, il quale ha adattato gli aspri fianchi di uno sperone roccioso per ricavarne un labirinto di grotte e vicoli. I suoi abitanti hanno modellato le asperità rocciose per adattarle alle proprie esigenze. Il sovrapporsi di diverse fasi di trasformazioni urbane sull’irregolare morfologia murgica originaria percorre tutte le diverse ere: medioevo, rinascimento, barocco fino all’epoca moderna. Il raffinato dialogo tra rocce ed architettura, canyon e campanili, ha creato nel corso dei secoli uno scenario urbano di incomparabile bellezza e qualità.

I tetti di una servono come base per nuove case che si sono sviluppate su livelli superiori. Una fitta rete di vicoli che dà l’impressione di camminare attraverso un presepe di pietra. I Sassi si compongono di due grandi Rioni: Sasso Barisano e Sasso Caveoso, divisi al centro dal colle della Civita, l'insediamento più antico dell'abitato materano, cuore della urbanizzazione medioevale e cornice della maestosa Cattedrale romanica. Il Sasso Barisano, girato a nord-ovest, è il più ricco di portali scolpiti e fregi che celano un cuore sotterraneo. Il Sasso Caveoso, che guarda invece a sud, si chiama così perché è disposto proprio come la cavea di un teatro, con le case-grotte che scendono a gradoni. All'interno dei due Sassi vi sono poi quartieri, rioni e contrade. Potremmo considerarla la Betlemme italiana: nel 2004 ottenne fama mondiale grazie al film di Mel Gibson, La Passione di Cristo, che fu girato proprio qui. Oltre alle grotte-case, i Sassi ospitano cisterne, magazzini e ben 156 chiese "rupestri", molte delle quali perfettamente conservate e arricchite da preziosi affreschi risalenti al 700-800 d.C. Nelle grotte vivevano spesso più famiglie e nonostante la mancanza di spazio, quasi attività quotidiane si svolgevano nella cavità delle case-grotte: dai lavori artigianali alla tessitura, dalla conservazione dei cibi alla cura degli animali (domestici e non).
La temperatura era costante (intorno ai 15 gradi) e garantita dalle caratteristiche del tufo marino dentro il quale le grotte erano scavate, perciò gli abitanti non soffrivano troppo il freddo d'inverno e trovavano un riparo dall'arsura estiva. Sono una chiara testimonianza della capacità di adattamento all'ambiente e al contesto naturale. Adesso sono un sito di interesse culturale tra i più suggestivi del mondo: il visitatore troverà in continuità grotte, ipogei, palazzotti, chiese, vicinati, scalinate, ballatoi, giardini e orti tutti incastonati l’uno nell’altro a formare un luogo unico e magico. Nel 1993 è diventata patrimonio mondiale dell'umanità Unesco, primo sito dell'Italia meridionale.

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