Studio, ingegno e perizia si affiancano a eteree riflessioni sulla bellezza del quotidiano, che osservano con cura la poesia nascosta nella semplicità. Con uno sguardo metodico e sognatore al tempo stesso, Ramon Enrich costruisce così narrazioni che accompagnano alla scoperta di nuove realtà: i suoi “mini mondi”.
La galleria Antonia Jannone - Disegni di Architettura a Milano riprende la sua attività esponendo il lavoro dell’artista catalano Ramon Enrich dal 20 maggio al 18 luglio. La mostra presenta una selezione di quadri e piccole sculture in cui acrilico, pietra e ferro danno vita a realtà metafisiche dalle linee essenziali e rigorose. Attraverso un silenzioso dialogo tra architettura e paesaggio in cui la presenza umana non è contemplata, l’opera di Ramon Enrich ci racconta di un tempo sospeso quanto mai attuale. Ad accompagnare le opere, le parole di Loredana Parmesani e Anatxu Zabalbeascoa.
Secondo Loredana Parmesani, le opere di Ramon Enrich si compongono attraverso una geometria semplice, rigida e rigorosa, ben costruita, con un taglio compositivo che rimanda ad uno sguardo quasi meccanico, fotografico, da fotografia analogica, e con un colore caldo ma al tempo stesso ricco di passaggi che restituiscono un colore progettato, pensato e non colto dal vero fenomenico. Il dipinto e la scultura non hanno come obiettivo l’efficienza, bensì la ricerca di una loro propria bellezza, che è autonoma rispetto al reale, e che tende alla ricerca di un contenuto puramente estetico, alcune volte poetico.