La cattedrale di Troia e i suoi significati simbolici

La cattedrale di S. Maria è il fulcro della cittadina di Troia, situata in provincia di Foggia, a ridosso del Tavoliere delle Puglie. 

03.01.18 , Architettura

 

La cattedrale di Troia e i suoi significati simbolici

Da un punto di vista storico, la cattedrale, costruita fra il 1093 e il 1125, è considerata una grande raccolta di documenti inconfutabili per le numerose annotazioni incise sulle pietre, sulle sculture e sui pannelli modellati in bronzo fuso delle due più antiche porte del tempio.

Documenti che testimoniano le vicende delle fasi di lavoro che portarono al compimento dell’opera, così come la conosciamo oggi. La sua costruzione fu influenzata dallo stile pisano-orientale, ma vi confluirono comunque elementi dell’arte bizantina.

Sulla facciata spicca al centro il rosone, eccelso esempio di tecnica scultorea a traforo, di uno stile simile all’ordine corinzio, che si differenzia per una particolarità che lo rende unico al mondo: ha undici spicchi divisi da altrettante colonnine. Di solito i rosoni erano divisi in sei o dodici parti, più facili da realizzare.

Le colonne si irradiano dal centro del rosone secondo angoli uguali e sono a loro volta connesse con un gioco di archi che fanno da cornice. Gli “spicchi” sono decorati con diaframmi traforati diversi tra loro e dalla decorazione degli archi, creando così ventidue decorazioni differenti ottenute esclusivamente con la tecnica del traforo, facendo apparire il rosone come un ricamo merlettato. Al centro del rosone le undici colonnine poggiano su un cerchio di pietra lavorata a squame che ricorda una corda che si chiude o un serpente che si morde la coda, simbolo dell’eternità, della morte e resurrezione, oltre alla forma circolare, simbolo della perfezione.

Il centro del rosone, dunque, simboleggia la figura di Gesù Cristo. Poiché le colonnine sono in numero dispari, il rosone appare asimmetrico. La scelta di questo numero di colonnine non è casuale perché 11 ha un forte significato simbolico poiché è il numero degli apostoli senza Giuda Iscariota, il traditore, escluso per sottolineare che chi pecca veramente non è più innestato su Gesù. Anche gli archi che sormontano le colonne sono 11.

Partendo dall’apice di una colonna e seguendo l’andamento degli archi, per tornare al punto di partenza è necessario compiere due giri del rosone. Quest’ultimo, dunque, è composto da una serie di 6 + 5 archi che si rincorrono. Anche in questo caso si ha un significato simbolico importante: 6 e 5 rappresentano rispettivamente macrocosmo e microcosmo, Cielo e Terra. Il numero undici, essendone la somma, simboleggia l’unione tra queste due realtà, tra terreno e divino. Sopra ogni colonna, come cornice di ogni arco, è presente una forma composta da 3 lobi.

Anche in questo caso siamo di fronte ad un simbolo: la forma, generata dall’intersezione di 3 cerchi distinti e separati, simboleggia la Trinità. Il rosone, pertanto, è la sintesi di diversi influssi stilistici, prodotto unico e originale di raffinatezza stilistica, priva di esemplari con cui possa essere paragonato.

Mariangela Serio

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