L’Orologio Astronomico di Padova

Capolavoro di tecnica e di ingegneria, ornamento ed orgoglio per la città

04.12.18 , Architettura , Collaboratore Riflesso

 

L’Orologio Astronomico di Padova

Segnatempo ed ornamento per la città, capolavoro di tecnica e di ingegneria, meravigliosa macchina da ammirare e da utilizzare per conoscere gli influssi delle stelle sul destino, l’Orologio Astronomico di Padova rappresenta anche per gli interventi a cesello di pregevole fattura orafa, un gioiello che merita di essere conosciuto e valutato per la sua importanza storica.

Ben lo comprese Venezia che lo volle imitare per quello che avrebbe realizzato sulla Torre di Piazza San Marco, alla fine del Quattrocento.

La sua posizione nel contesto di Piazza dei Signori, insieme al Palazzo Pubblico, al Leone Marciano, al Monte di Pietà, alla Loggia è quella voluta, nel Cinquecento, dalla Serenissima Repubblica di Venezia come definizione di un luogo strategico di governo della Città.

La storia dell’Orologio astronomico risale al secolo precedente, in un contesto diverso, la Torre di ingresso della Reggia dei Carraresi. Quello che oggi è visibile in Piazza dei Signori è il rifacimento del celebre Orologio astronomico meccanico di Jacopo Dondi, realizzato nel 1344 per volontà del Principe di Padova, Ubertino da Carrara.

Esistevano già in Italia campanili con orologi meccanici a ruote dentate per indicare le ore del giorno ma quello ideato da Jacopo Dondi, fu il primo in Europa, a segnare, oltre alle ore, i giorni ed i mesi, il corso del sole lungo il cerchio dello Zodiaco nonché le varie fasi lunari. Un’opera straordinaria tale da far meritare all’autore il cognome “dall’Orologio”.

Andato distrutto nel 1390, l’Orologio astronomico venne ricostruito nel 1427, sotto il dominio di Venezia. I lavori iniziarono ad opera dell’orologiaio Matteo Novello, e furono conclusi nel 1436 ad opera di Giovanni e Gian Pietro Dalle Caldiere. L’inaugurazione della nuova opera avvenne nel 1437 in occasione della tradizionale Festa di S. Antonio.

La Torre su cui è posto l’Orologio è alta una trentina di metri ed è costituita da cinque livelli seguiti da una cella campanaria a pianta ottagonale, con cupola lignea rivestita di piombo. Il piano terra, con un’altezza di circa nove metri, costituisce la Porta che collega Piazza dei Signori con Piazza del Capitanio. I primi tre piani contengono le varie parti del complesso meccanismo di orologeria; gli ultimi due, destinati a residenza del maestro orologiaio, custode e manutentore, non sono oggi visitabili. Nel1532, Giovanni Maria Falconetto adeguò la facciata della Torre dell’Orologio ai nuovi canoni stilistici ed architettonici rinascimentali. Sostituì l’arco acuto della porta con l’arco trionfale a tutto sesto e collocò su un alto basamento le colonne doriche binate, ai lati dell’arco, due Vittorie alate, nella trabeazione, il leone marciano e nelle nicchie due figure virili con le insegne del Podestà e del Capitanio. La Pietra d’Istria che caratterizza il prospetto lapideo di rivestimento, esalta l’azzurro della fascia dell’Orologio, su cui campeggiano le quarantotto stelle fisse che simbolicamente ruotano attorno alla Terra, sopra il cielo di Padova. E tutto il quadrante dell’orologio testimonia verità che sarebbero state smentite due secoli dopo, proprio a Padova, nella vicina Specola, da Galileo Galilei.

Al centro del quadrante dell’Orologio è infatti rappresentata la Terra, attorno alla quale girano il Sole e la Luna le cui fasi sono segnate nel primo disco mobile con 29,5 tacche, pari ai giorni del ciclo lunare. Stelle, quadrati ed esagoni nel disco centrale, servivano per le interpretazioni astrologiche molto importanti nella vita quotidiana onde ricavare l’oroscopo e pronosticare l’esito di eventi. Il disco successivo indica i dodici mesi, ognuno con il rispettivo numero di giorni. La piccola mano vicina al segno dello scorpione indica su tale anello il giorno ed il mese. Il Sole è fissato su una lancia la cui estremità segna le ore sul settore circolare più esterno. L’ultimo disco mobile del quadrante, il più grande, indica i dodici mesi dell’anno con i rispettivi segni zodiacali, tra i quali manca curiosamente quello della Bilancia il cui spazio è occupato dalle chele dello Scorpione.

L’omissione della Bilancia, simbolo della Giustizia, sarebbe una vendetta del decoratore dell’orologio per essere stato retribuito in modo ingiusto! Il segno della Bilancia si trova comunque, in un punto nascosto, della Piazza dei Signori…Si svela solo a chi sa cercare.

Alessandra Benazzato

ARCHITETTURA ALTRI ARTICOLI

PRECEDENTI

PRECEDENTI

IN EVIDENZA

IN EVIDENZA

NUOVI

NUOVI