Il terrazzo archeologico sul mare di Taureana di Palmi

Prima di fare un tuffo nelle acque cristalline della Costa Viola, non si può non soffermarsi a scoprire uno dei nascosti e poco noti siti archeologici che la provincia di Reggio Calabria custodisce gelosamente.

31.07.17 , Architettura , Mariagrazia Anastasio

 

Il terrazzo archeologico sul mare di Taureana di Palmi

Imboccando una traversa su uno dei tornanti che scendono al mare dalla piccola frazione di Taureana nel Comune di Palmi, si arriva nell’antica Chiesa di San Fantino, oggi museo, e a seguire al parco archeologico dei Taureani.

La chiesa oggi visibile risale all’ ‘800 ed è stata edificata a fianco alle absidi di una chiesa bizantina del VI-VIII sec. d.C., di cui si rinvengono le fondazioni evidenti negli scavi esterni e parte della muratura circostante. Al suo interno, al centro del piccolo museo, vi sono i ruderi della Chiesa del 1552 e le sepolture di quella altomedioevale. L’unicità del sito archeologico sta nel fatto che il santo laico è ritenuto oggi il primo santo calabrese di cui si abbia memoria, che visse a Taureana verso il III-IV sec. d.C. C’è chi lo ritiene un santo pre-scisma che avendo vissuto a cavallo tra l’impero romano e la formazione dell’impero bizantino fa da ponte tra la cristianità cattolica e quella ortodossa. Si tratta di un santo molto noto ai tempi, tanto che è citato in testi in tedesco antico e la sua devozione giunge addirittura sino a Venezia,  dove  gli intitolarono la chiesa vicino all’attuale Teatro la Fenice e lo raffigurarono in un antichissimo mosaico all’interno della Basilica di San Marco. La cripta paleo-cristiana di San Fantino, utilizzata dai romani come cisterna d’acqua, è attualmente accessibile nel piano interrato della struttura museale e risulta essere il luogo di culto cristiano più antico della Calabria.

I turisti curiosi possono imbattersi il 24 luglio di ogni anno per le strade della piccola Taureana nella cerimonia che onora la memoria del santo con una celebrazione in rito greco-bizantino.

È stato da poco inaugurato il percorso che collega fisicamente e storicamente il tempio di San Fantino al limitrofo parco archeologico dei Taureani, un percorso che aggira le “invadenti” abitazioni private che si trovano tra i due siti archeologici e che accompagna il visitatore in un viaggio fra i resti  italici, romani e spagnoli. 

I tre ettari di parco si aprono come un ampio pianoro ricco di alberi d’ulivo dalle ampie chiome. All’ingresso del parco si riconosce un’antichissima strada romana risalente al I sec. a.C., la strada urbana dell'antica Tauriana che conduceva alla nota via Popilia. Accanto ad essa emergono i resti del più piccolo anfiteatro romano, un edificio utilizzato dal I al IV sec. d.C. per spettacoli e combattimenti, strutturalmente rappresentante un unicum nel sud Italia. Del I sec. a.C. sono presenti anche i resti del santuario Romano considerato anche un edificio templare. Tutti i reperti di mosaici e vari materiali ceramici rinvenuti nel parco archeologico di Taureana sono conservati nel Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria. Verso la fine del percorso, si erge nel punto più alto e panoramico del parco la torre cinquecentesca spagnola, che guarda alla costa ghiaiosa sottostante della Tonnara di Palmi e vigila sulla dirimpettaia Sicilia.

Dagli scavi archeologici sono emersi vari settori di un villaggio preistorico del Neolitico (V millennio a.C.), con il rinvenimento di oggetti in ossidiana.

Questo sito vive ed è reso fruibile grazie all’impegno dei volontari delle associazioni Movimento Culturale San Fantino e Italia Nostra, che promuovono il parco attraverso un’attenta e regolare cura e manutenzione unita alla programmazione di visite guidate, sempre molto disponibili a soddisfare ogni curiosità del visitatore.

Mariagrazia Anastasio

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