La cattedrale di Monreale, la più bella chiesa normanna della Sicilia, fu fondata da Guglielmo II nel 1174; secondo la leggenda grazie al tesoro rivelatogli dalla Vergine in sogno. Guglielmo II il Buono si sarebbe addormentato sotto un albero, mentre cacciava nei boschi di Monreale; in sogno gli apparve la Madonna, che gli rivelò che si era addormentato nel luogo in cui era nascosto un tesoro. Risvegliatosi, ritrovò un tesoro in monete d'oro che furono destinate alla costruzione del Duomo di Monreale. Nei secoli XVI, XVII e XVIII vennero fatte delle aggiunte che non modificarono la struttura dell’edificio, dei restauri furono fatti a seguito dell’incendio del 1811 che distrusse quasi completamente soffitto e travature.
La facciata principale del duomo di Monreale è caratterizzata da due torri normanne collegate tra loro da un portico settecentesco in cui si apre la porta principale adorna di due magnifici battenti in bronzo.
Suggestive e originali più della facciata della chiesa sono le tre absidi dalla decorazione di grandi archi intrecciati, nei quali l'architetto seppe con molta abilità sfruttare il contrasto cromatico derivante dall’uso di calcare e di bruna trachite. L’interno del duomo di Monreale è formato da una vasta sala basilicale a tre navate divisa da 18 colonne provenienti da monumenti romani, adorne di splendidi capitelli classici.
Le pareti sono ricoperte interamente da una rivestitura marmorea con intarsi e mosaici, questi ultimi rifulgenti di milioni di tessere policrome ed aurate. I mosaici che adornano il Duomo rappresentano le storie dell'Antico e del Nuovo Testamento e diversi episodi biblici. A tali raffigurazioni si innestano poi altre decorazioni musive rappresentanti uno schieramento ieratico di angeli, santi e profeti.
La conca dell’abside anch’essa a mosaico raffigura un maestoso Cristo benedicente, sulle pareti è raffigurato il ciclo della religione cristiana. Il soffitto è a travature scoperte e dipinte, rinnovate dopo l’incendio del 1811. Questa splendida rappresentazione iconografica oltre a un ruolo estetico aveva un importante ruolo simbolico mostrare il racconto biblico a chi non era alfabetizzato e non riusciva all’interno delle cerimonie ad udire la voce del prete. Per questo viene chiamata «Bibbia dei poveri».
Altra caratteristica dell’antico convento benedettino è la presenza di un chiosco, attiguo al Duomo di Monreale, tra i più vasti del secolo XII . Gli archi acuti del portico sono sostenuti da 216 colonne geminate, di forme varie con intarsi geometrici e bassorilievi. Le colonne sono scanalate, alcune sono tortili, altre diritte. Sono tutte incrostate di mosaici colorati e dorati, di ogni tipo di marmo che forma piccoli disegni di pregiata fattura. I capitelli sono una mescolanza di fiori, frutta, di figure di animali di ogni specie. All’interno del chiosco sorge una fontana moresca a fusto di palma, molto suggestiva; essa è a sua volta circondata da un chiostrino che la separa dal giardino. Il chiosco era stato realizzato per dare un luogo di quiete ai monaci che si ritiravano per studiare e pregare.