È il Comune più piccolo dell'Umbria per numero di abitanti; a seguito di un costante spopolamento da circa 1.300 unità nel 1900 è arrivato oggi a contare meno di 150 residenti, di cui effettivi nel centro abitato risultano meno di 40. Questo dato, insieme al record per età media più alta di tutta la regione (61 anni), lasciano intuire la particolare atmosfera che si respira tra i silenziosi vicoli di Poggiodomo. A 1000 metri di altitudine, nel comprensorio della Valnerina, chi domina il borgo è una natura incontrastata. Perfetto luogo per estraniarsi e meditare nonché per rifugiarsi, come lo è stato per eremiti, mistici ed anche per ribelli partigiani che nell'ultima guerra fondarono qui delle operative brigate. Il centro storico è costituito da un castello fondato nel XIII secolo, tipico degli insediamenti edificati su uno sperone di roccia. Essendo arroccato su una cima di difficile accesso, era considerato un insediamento strategico per presidiare le vie di collegamento. Per questo fu anche molto conteso nel corso delle alterne vicende, in particolar modo tra le due città Spoleto e Cascia. Divenuto Comune nel 1809 durante l'occupazione Napoleonica, Poggiodomo riuscì a mantenere il proprio assetto politico anche dopo la restaurazione pontificia, per poi far parte dello Stato italiano dal 1870. Sorgono nel centro abitato la chiesa di San Pietro, edificata nel XIV secolo, con rifacimenti successivi, che conserva all'interno numerosi dipinti realizzati tra il XVI ed il XVIII secolo e la chiesa parrocchiale di San Carlo Borromeo (XVII sec.). Simbolo del suggestivo isolamento che avvolge questo luogo, è l'eremo della Madonna della Stella, complesso religioso circondato da boschi secolari, situato tra Poggiodomo e Borgo Cerreto, che da sempre ha ospitato quanti fossero attratti da una vita contemplativa.