Il Maxxi nella capitale: linguaggi, creatività e contaminazioni culturali

Lunedì, 06 Febbraio 2017,
Nel paese del rinascimento, del manierismo, del barocco accade che ci sia un avamposto di arte contemporanea e questo si situi proprio nella capitale. Il Maxxi è il primo museo nazionale dedicato alla creatività contemporanea. Lo gestisce una Fondazione di diritto privato, la Fondazione Maxxi, istituita nel luglio 2009 dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e il Turismo presieduto dalla Melandri. La sua inaugurazione è avvenne nel maggio 2010 e nel 2013 è stato riconosciuto tra gli enti privati di ricerca. Il Direttore Artistico del museo è il cinese Hou Hanru. Progettato da Zaha Hadid, architetto di fama internazionale scomparsa il 31 marzo del 2016, il Museo nazionale delle Arti del XXI secolo è stato pensato come un campus per la cultura: è una grande opera architettonica dalle forme innovative che ospita mostre di arte, architettura, design e fotografia. Il museo propone inoltre anche progetti di moda, cinema, musica, performance di teatro e danza, lecture e incontri con artisti, architetti e protagonisti del nostro tempo. Il Maxxi dunque appare non più solamente come un museo ma come una piattaforma aperta a tutti i linguaggi della creatività, un vero e proprio luogo di incontro in cui tutti possano avere la possibilità di contaminarsi attraverso scambi e collaborazioni. Il Museo si trova nel quartiere Flaminio di Roma, là dove sorgeva una ex caserma dimessa. L’area di 29mila mq con al centro una grande piazza aperta ospita anche un auditorium, un centro di ricerca con biblioteca e archivi, un bookshop, una caffetteria e un bar/ristorante. Il complesso architettonico progettato dal celebre architetto anglo-iracheno e vincitore di un concorso internazionale si integra nel tessuto cittadino e costituisce un nuovo spazio urbano aperto, articolato e “permeabile” al passaggio. All’interno, una grande hall a tutta altezza conduce alle gallerie che si distendono su tre piani, destinate a ospitare a rotazione le collezioni permanenti, le mostre e gli eventi culturali. Lo spazio espositivo, appositamente pensato neutro per dare risalto alle opere, è costituito da vetro, acciaio e cemento mentre la flessibilità degli allestimenti è facilitata dai pannelli mobili. L’interno è tutto un alternarsi di forme sinuose e fluide che variano, s’intrecciano e determinano una trama spaziale di grande complessità, suggerendo così itinerari di visita differenti e inaspettati. Il 2017 annovera tra i principali progetti “The Place to be”, il nuovo e importante allestimento della collezione permanente: gli spazi triplicano con la Galleria 1 al piano terra e la Galleria 2 al primo piano; a connettere interno ed esterno ci penserà piazza Alighiero Boetti che accoglierà installazioni di grandi dimensioni. L’ingresso sarà libero dal martedì al venerdì. Le grandi mostre del Maxxi iniziano già a febbraio con “Please Come Back. Il mondo come prigione?” una collettiva con 45 opere di 28 artisti, architetti e designer (tra cui Claire Fontaine, Jenny Holzer, AES+F, Chen Chieh-Jen, Gianfranco Baruchello) che indaga il tema della prigione nella dimensione fisica e nel suo significato metaforico. Ad aprile sarà la volta della prima grande monografica dedicata a Piero Gilardi, con opere dagli anni Sessanta a oggi. A giugno avrà luogo il doveroso tributo del Maxxi a Zaha Hadid, attraverso una mostra che illustra i suoi progetti e racconta il suo rapporto con il Bel Paese. Ci sarà anche la collezione del Museo d’Arte Contemporanea di Tehran, con capolavori di maestri dell’arte moderna e contemporanea occidentale in dialogo con opere di artisti iraniani; infine si avranno anche una monografica dedicata a Yona Friedman, icona dell’architettura utopica del dopoguerra e una mostra tra arte e scienza. Quest’ultime sono tutte in programma a partire dal gennaio. Il museo pensa anche alla formazione culturale dei ragazzi con rappresentazioni teatrali e letture di favole organizzate dalle Biblioteche di Roma. Tutte le info su www.fondazionemaxxi.it.

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