Abbazia di San Giovanni in Venere: una densa storia tra spiritualità e colpi di scena

Domenica, 05 Febbraio 2017,
 
Nel comune di Fossacesia, sul promontorio che domina il tratto di mare conosciuto come golfo di Venere, sorge l’imponente Abbazia di San Giovanni in Venere.  Tradizione vuole che il complesso, composto da una basilica e dal vicino monastero, sia stato edificato sui ruderi di un antichissimo tempio pagano dedicato al culto di Venere Conciliatrice, risalente –  secondo alcune fonti – all’80 a.c. Il monastero venne edificato per la prima volta nel 540 da un certo frate Martino, che ne fece un ricovero per i benedettini. Alcuni ritrovamenti, tuttavia, hanno portato alla luce i resti di una cappella paleocristiana databile al VI - VII secolo. All’829 risale la prima testimonianza scritta di una chiesa dedicata a San Giovanni, ed è intorno all’anno 1000 che si ha notizia di importanti lavori all’edificio ad opera del conte di Chieti, Trasmondo II: in quell’occasione, egli fece realizzare ex novo il monastero annesso alla chiesa con due chiostri, dormitori, celle, spazi per le scuole e per i capitoli, una biblioteca, il cimitero e aree per esercitare le diverse arti a cui i monaci erano dediti. Della chiesa del IX-X secolo rimangono solo alcune tracce nelle spalle e nella lunetta della porta che la metteva in comunicazione con il chiostro. Fu nel XII, sotto Oderisio II che l’abbazia raggiunse il momento di massimo splendore: vennero avviati i lavori di ampliamento e trasformazione dell’impianto basilicale a tre navate, e vennero inoltre realizzati la cripta e un corpo di fabbrica collocato davanti alla facciata, quasi a creare una terrazza sul pendio esistente. L’intervento si concluse agli inizi del secolo successivo con la realizzazione delle due porte simmetriche sui fianchi della basilica, opera del maestro Alessandro, mentre i lavori di decorazione dell’esterno terminarono intorno agli anni trenta con la realizzazione del portale d’ingresso. Internamente la chiesa è divisa in tre navate. La navata maggiore, molto alta, con copertura a capanna su capriate a vista, è divisa in sei campate da grossi pilastri quadrangolari. Nelle navate laterali in cui sono assenti le arcate trasversali, la copertura è ad una falda inclinata.   Una scalinata nella navata maggiore consente l’accesso al transetto rialzato; l’interno appare in gran parte rivestito di pietra lavorata. All’inizio del Trecento iniziò il declino del monastero, che perse la sua autonomia e venne affidato prima ad abati nominati dal Papa e successivamente alla congregazione dell’Oratorio di San Filippo Neri, fino a quando nel 1871 il Regno d’Italia confiscò l’abbazia ed i suoi beni, espellendo i filippini. Questi vennero richiamati nel 1881 come custodi del complesso, che intanto era stato dichiarato monumento nazionale. All’inizio del Novecento, San Giovanni in Venere fu danneggiata dal terremoto e successivamente dalla Seconda Guerra Mondiale, il cui fronte si era assestato nelle vicinanze durante l’inverno 1943-44. Nel 1954 si stabilirono nel complesso i Padri Passionisti e cominciarono i restauri. Altri interventi si sono susseguiti dal 1964 al 1998. Luogo denso di storia e spiritualità, l’Abbazia è oggi meta d’eccezione dove la rilevanza artistico archeologica, la bellezza paesaggistica e, non ultima, la dimensione interiore, si fondono in un’unica, eccezionale atmosfera.

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