Cascate delle Marmore, nobile principessa della Valnerina

Martedì, 29 Luglio 2014,
 
Nella leggenda sulle origini della cascata si narra di una ninfa di nome Nera che si innamorò di un bel pastore: Velino. Giunone, gelosa del loro amore, trasformò la ninfa in un fiume, il Nera appunto. Velino, disperato, per non perdere la sua amata, si gettò a capofitto dalla rupe di Marmore. Questo salto, destinato a ripetersi per l'eternità si concretizza nell’affascinante quanto sublime Cascata delle Marmore. La cascata, il cui Il nome deriva dai sali di calcio presenti sulle rocce simili a marmo bianco, si articola in tre salti, coprendo un dislivello di ben 165metri, la più alta d’Europa. Protagonista assoluta della Valnerina, la cascata è frutto di un’opera di sistemazione idraulica dovuta ai Romani. Nel 290 a.C., infatti, su ordine del console Curio Dentato, si canalizzarono le acque del fiume Velino per farle precipitare nel sottostante fiume Nera, affluente del Tevere, al fine di bonificare l’area ed evitando il ristagno dell’acqua in paludi. Numerose furono negli anni a seguire le opere di sistemazione e regolazione del flusso; nel 1422 un nuovo canale cavo reatino o cavo gregoriano, per via dell'intervento di Gregorio XII; nel 1545 Papa Paolo III Farnese ordinò ad Antonio da Sangallo il Giovane di aprirne un altro; nel 1598, Papa Clemente VIII con il progetto curato da Giovanni Fontana, per il canale cava clementina. Infine, nel 1787, per ordine di Papa Pio VI, l'architetto Andrea Vici operò direttamente sui balzi della cascata, dandole l'aspetto attuale e risolvendo finalmente la maggior parte dei problemi. Decantata nei secoli per la sua bellezza, lo spettacolare salto della Cascata delle Marmore ha ispirato poeti ed artisti di ogni periodo storico: Virgilio, Cicerone e G. Byron divenendo inoltre meta degli intellettuali che, lungo il percorso del Grand Tour, raggiungevano l'Italia per intraprendere studi sulla classicità ed ammirarne le incantevoli bellezze. Da circa 50 anni le acque della cascata sono utilizzate per alimentare un’importante centrale idroelettrica. Fu proprio grazie alla ricchezza di queste acque ed alla loro energia, che fu possibile il sorgere, a Terni, di industrie siderurgiche, elettrochimiche ed elettriche. Oggi il Parco delle Marmore accoglie il visitatore conducendolo, attraverso appassionanti sentieri escursionistici ed entusiasmanti attività sportive come canoa e rafting, alla scoperta delle sue acque, della sua vegetazione e di suggestive grotte regalando ai visitatori un’esperienza unica in una natura sorprendente ed incontaminata dove a regnare é la potenza e il fascino del creato.

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