I dati sugli approvvigionamenti di energia, ancora oggi, mostrano l’importanza dei combustibili fossili per i sistemi energetici mondiali: su un totale di poco più di 12.000 Mtep (milioni di tonnellate equivalenti di petrolio) di fornitura di energia primaria disponibile commercialmente, più dell’85% deriva da carbone, prodotti petroliferi e gas naturale. Le proiezioni future non inducono all’ottimismo: gli esperti prevedono che per il 2020 il fabbisogno di energia primaria prodotta dalle suddette fonti fossili potrà essere vicino al 90% , soprattutto se non si interverrà con radicali ed efficaci politiche energetiche. Non ci sono alternative all’opzione “energia rinnovabile” stante il progressivo esaurimento delle risorse tradizionali. In questo quadro assume importanza crescente lo sfruttamento dell’energia eolica, utilizzata dall’uomo dai primordi della civiltà. Già nel II o III millennio A.C. in Persia e in Mesopotamia erano comparsi i primi mulini a vento, per non parlare delle imbarcazioni a vela presenti fin dalla preistoria. Tornando ai nostri giorni occorre osservare che la realizzazione di grandi impianti eolici con aerogeneratori che superano largamente l’altezza di 100 metri, da collocare nelle cosiddette “wind farm” (fattorie del vento) suscita l’ostilità di numerose associazioni ambientaliste che parlano senza mezzi termini di scempio ambientale sul paesaggio. Un possibile compromesso è costituito dalla diffusione degli impianti micro-eolici, molto meno invasivi, definiti dalla normativa come “opere per la produzione di energia elettrica da fonte eolica realizzate con l’utilizzo di generatori di altezza misurata al mozzo del rotore pari o inferiore ai 18 metri.” L’impatto ambientale del micro-eolico è abbastanza basso: le microturbine hanno dimensioni notevolmente minori rispetto ai grandi aerogeneratori, necessitano di spazi limitati e sono relativamente poco visibili. Inoltre le turbine micro-eoliche sono molto avanzate in termini tecnici, economici ed applicativi. La potenza massima consentita per questa fascia di generatori è di 20 KW. Si tratta di impianti utilizzati per usi domestici o per esigenze di piccole imprese. Non sono molto diffusi a causa del loro elevato costo di installazione (dai 70.000 ai 100.000 euro per un impianto da 20 KW). I costi di manutenzione incidono per un 3-5% circa. Quanto agli incentivi, l’ammontare dei finanziamenti nel 2013 è stato fissato, per la fascia in questione, a 291 euro per MWH, con una diminuzione del 3% rispetto alla quota applicata in precedenza. La redditività di un impianto micro-eolico è di difficile determinazione a causa dell’intermittenza dei venti, sia come durata che come intensità. L’analisi della produttività ha un margine di incertezza superiore al 30%. È quindi indispensabile effettuare un’accurata analisi anemometrica per valutare la redditività con una ragionevole approssimazione. Un punto a favore della scelta del micro-eolico è costituito dalla semplificazione dell’iter burocratico che per gli impianti di maggior potenza lascia ampi spazi all’indeterminazione e alla soggettività di interpretazione della nebulosa normativa vigente.