In meno di una giornata è possibile percorrere l’Aspromonte dalla sua vetta più alta fino al cuore del Parco Nazionale, le suggestive Cascate dell’Amendolea. L’etimologia del nome Aspromonte richiama paesaggi aridi, con vegetazione scarsa e raramente arbustiva. Passeggiando lungo i suoi versanti invece ci si trova dinnanzi a tutt’altro. È Montalto il punto più alto dell’Aspromonte, situata nel Comune di San Luca ad una quota di 1.955,92 m s.l.m., e facilmente raggiungibile in auto. Al termine di una breve scalinata boscata si apre la vista della grande statua in bronzo del Cristo Redentore e la splendida panoramica che abbraccia le coste siciliane e calabresi. Questo è il punto di partenza di diversi sentieri, che possono condurre ai percorsi spirituali del Santuario di Polsi, come anche alla spettacolare area di Pietra Cappa e ai resti del suo antico monastero. Inoltriamoci nel cuore dell’Aspromonte. Dobbiamo spostarci in auto di soli 16 km, a Gambarie. Si parte dalla Diga del Menta, dove lasciare l’auto, e da qui si imbocca uno dei sentieri che conduce alle Cascate dell’Amendolea, percorribile da escursionisti di tutti i livelli, che ci introduce a quello che sarà un viaggio tra i rigogliosi boschi aspromontani. Le cascate sono anche note a tutti come Cascate del Maesano, o denominate dai vecchi pastori locali “U Schiucciu da Spana” in dialetto reggino. L’Amendolea è la più importante fiumara del capoluogo reggino. In Calabria non si parla quasi mai di fiumi, ma abbondano le fiumare, cioè dei corsi d’acqua brevi, a carattere torrentizio, secchi, ampi e ciottolosi nei periodi estivi, rigagnoli impercettibili nei periodi invernali, che possono gonfiarsi in piene impetuose nei periodi più piovosi. Il sentiero che ci conduce alle suggestive cascate inizia con una semplice strada sterrata, mentre il tratto terminale che scende alle cascate è più impervio e scosceso. In un’ora e mezza o poco più di cammino si arriva in un eden di relax. Si vedono maestosi i tre salti della cascata: sessanta metri di dislivello da far rimanere senza parole. L’energia del corso d’acqua incanalato nelle rocce le erode con forza e crea delle pozze intermedie, che vengono riempite a formare delle piscine sospese lungo i pendii verticali dei monti. Si tratta di luoghi assolutamente incontaminati, il trionfo della biodiversità, che coinvolgono e affascinano anche i meno esperti di trekking. Le acque percolano su rocce molto antiche di origine metamorfica, che in ragione della loro composizione mineralogica danno un luccichio cangiante su cui si riflettono i raggi solari, conferendogli un aspetto argenteo. Dopo l’accaldata passeggiata tra faggete e pinete per raggiungere questo paradiso, compare quasi all’improvviso nella valle lo spettacolo delle Cascate dell’Amendolea. Se lo si percorre nelle calde estati tipiche del reggino, ci attende un bagno rilassante nella vasca naturale di fredda e limpida acqua montana.