Ecologia lacustre nel cuore verde d’Italia

Martedì, 29 Novembre 2016,
Una magia senza tempo inserita nello scrigno intatto delle colline umbre. Parliamo del Parco del Trasimeno, il più esteso lago dell’Italia centrale, un ecoambiente lacustre dalle caratteristiche uniche che si estende per 13.200 ettari ai confini della Toscana. Il lago, di origine tettonica, con la sua ampia estensione e la scarsa profondità delle acque ha rappresentato da sempre un’importantissima area di svernamento e di sosta per l’avifauna acquatica mentre costituisce per le specie ittiche un habitat perfetto per vivere e riprodursi. I centri rivieraschi, i piccoli borghi di pescatori, lo sfalcio dei canneti, ancora effettuato a mano, danno una dimensione al di fuori del tempo di questi luoghi. Un paesaggio storico, inconfondibile, riprodotto nelle tavole di tanti maestri pittori fin dal ‘400. Con il vasto specchio d’acqua, ora verde ora azzurro, la cui superficie si confonde a tratti con le rive coperte da fitti canneti, il lago costituisce da sempre una straordinaria attrattiva, un modello unico di spazialità ed equilibrata serenità del panorama. Le acque del lago ospitano, come si diceva, una ricca ittiofauna di pregio fra cui la tinca, l’anguilla, la carpa, il luccio, il persico reale. L’avifauna è presente anche con i rapaci come il biancone, il gufo reale e il falco pescatore ma, soprattutto, con l’eliminazione della caccia nell’area protetta, si è moltiplicata l’avifauna migratoria. Oggi popolano il Trasimeno l’airone, la cicogna, il cigno selvatico, il germano reale, l’oca selvatica, il gabbiano, la gallinella d’acqua, la folaga. In questi ultimi anni i cormorani si sono moltiplicati oltre misura, 2.000-3.000 capi con i relativi tentativi di nidificazione e conseguenti misure di dissuasione. Analogo problema di contenimento si è verificato per le nutrie e i cinghiali. La vegetazione palustre, sia natante che sommersa, è particolarmente ricca con la predominanza di canneti. Sono inoltre presenti nella fascia litoranea il leccio, la quercia e il giglio acquatico, mentre nelle isole troviamo ulivi e pini. Una particolare menzione meritano l’Isola Polvese, l’Isola Maggiore e l’Isola Minore. L’isola Polvese si trova nella parte sud orientale del lago e con i suoi 70 ettari è la più grande delle tre. L’area, oltre ad essere di particolare interesse naturalistico con la presenza di un lecceto ad alto fusto, un uliveto secolare e un esteso canneto,  luogo ideale di sosta e  svernamento per un gran numero di uccelli acquatici, conserva importanti memorie storiche quali la Chiesa di San Secondo, il Monastero Olivetano, la Chiesa di San Giuliano e un castello del XIV secolo recentemente restaurato. L’Isola Maggiore, situata sulla sponda settentrionale del lago, è l’unica a essere abitata permanentemente (18 abitanti). Ha una superficie di 24 ettari racchiusa in un perimetro di  2 chilometri e presenta un suggestivo paesaggio naturale costituito da ulivi, cipressi, lecci e pioppi. L’Isola Minore, come dice il nome, è la più piccola delle tre sorelle. Una sua particolarità è costituita dalla presenza di alberi completamente bianchi. Una caratteristica che intriga la curiosità di molti e scatena le illazioni più fantasiose. In realtà l’Isola Minore è solo il luogo “incantato” dove gli animali dimorano felici e indisturbati. Bene così.

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