La crisi c'è e non si discute. Le turbolenze sui mercati finanziari hanno neutralizzato i segnali di ripresa che hanno contraddistinto il primo semestre del 2011. Tuttavia, in Umbria qualche buona notizia sembra farsi spazio. E la riporta la Banca d'Italia, che nell'ottobre 2011 ha riscontrato un incremento del 15,3 per cento delle esportazioni di beni e servizi rispetto allo stesso periodo del 2010. I settori che hanno tirato di più sono stati quelli del tessile, dei metalli e della meccanica. Va segnalato tuttavia, che al netto delle export del comparto dei metalli (che incide per circa un terso), la dinamica delle esportazioni sarebbe stata del 12, 2 per cento, con un valore al disotto della media nazionale.
Dati positivi invece emergono per i prodotti dell'abbigliamento e dell'agroalimentare, a testimonianza che la vocazione che la Regione ha su questi due fronti rappresenta una risorsa fondamentale per l'intero territorio. Il comparto moda, nel primo semestre 201, fa registrare un incremento delle export di 15,4 per cento rispetto all'anno precedente, collocandosi un punto al di sopra della media nazionale. Le vendite del vino presentano una variazione percentuale positiva del 26,4 per cento, marcando un distacco di 12 punti con i dati italiani. Anche le esportazioni nell'agroalimentare crescono del 26 per cento in relazione al 2010. Ma dove vanno a finire i prodotti umbri quando varcano la soglia dei confini italiani? Principalmente in Europa dove le vendite registrano un 23,4 per cento di incremento a fronte di un 4,4 per cento di esportazioni verso i paesi extra EU. Calo delle vendite nei paesi asiatici, specificatamente in Cina dove la contrazione è del – 43,3 per cento e dove arrivano solo il 2,10 per cento dei prodotti regionali.
Come si orienta il centro Estero Umbria per affrontare le nuove sfide che il mercato internazionale gli pone? Il Direttore Massimiliano Tremiterra intende puntare sul rafforzamento dei settori strategici della Regione e di concentrare l'attenzione verso i paesi emergenti, quali la Cina, la Russia, il Brasile e l'India che stanno dimostrando di affrontare la debolezza congiunturale con maggiore determinazione, oltre ovviamente agli Stati Uniti e Germania. "La polverizzazione delle piccole e medie imprese umbre – sostiene Tremiterra – non consente di aggredire i mercati e la concorrenza internazionale in modo efficiente e produttivo. Occorre per questo concentrare tutte le energie degli enti regionali deputati all'internazionalizzazione per operare con programmi almeno triennali che coniughino la promozione dei prodotti strategici umbri alla promozione del territorio, un valore aggiunto in grado di fare la differenza". La creazioni di cluster nel settore spaziale e nautico rappresenta sicuramente un cambio di passo per il sistema imprenditoriale umbro, il cui sostegno delle istituzioni pubbliche può facilitare il radicamento nei mercati esteri delle aziende regionali. Il Centro Estero per il 2012 ha definito un piano promozionale volto a sviluppare il processo di internazionalizzazione delle aziende umbre attraverso due direttrici: aggregare le imprese nei settori automotive, arredamento, cachemire, energie rinnovabili e agromeccanica anche per partecipare a manifestazioni fieristiche internazionali in modo compatto, unitario e produttivo. E fornire assistenza e servizi personalizzati alle imprese con l'ausilio di professionisti, esperti in materia fiscale, doganale e legale anche ricorrendo a un sistema di monitoraggio per valutare il lavoro svolto e il livello di efficienza raggiunto. Nel programma annuale è prevista la partecipazione a 20 fiere internazionali, con un contributo per agevolare la partecipazione delle aziende. Un padiglione dell'Umbria sarà presente a Farnborough (aerospazio), Monaco Yacht Show (nautica), Saloni Worldwide (arredamento), Sial e FHC (agroalimentare). Allo stesso tempo verranno organizzate missioni commerciali incoming per puntare ad esaltare il binomio territorio prodotto. Anche attraverso l'organizzazione di eventi di caratura internazionale capaci di attirare operatori economici ed esperti dei cari settori commerciali quali giornalisti specializzati, architetti e designer. Infine verranno messi a disposizione strumenti creati dalla Commissione europea per cofinanziare programmi di sviluppo commerciali ed economico.