Umanesimo, innovazione e formazione: questo è Young Sparks Symposium

08.09.23 , Ambiente , Carlo Timio

 

Teatro di Solomeo, inaugurazione Young Sparks Symposium, Salvatore Cuzzocrea, Cristina Grieco, Brunello Cucinelli, Donatella Tesei, Giovanni Malagò, Maurizio Oliviero

Scintille vere sono scoccate per la prima edizione dell’iniziativa “Young Sparks Symposium”, la manifestazione organizzata nel borgo umbro di Solomeo nell’ambito del Programma Erasmus+, dall’Università degli Studi di Perugia, dalla Brunello Cucinelli spa e dall’Agenzia Nazionale Erasmus+ Indire. Un simposio davvero entusiasmante che ha coinvolto centoventi giovani studenti accompagnati da decine di docenti provenienti da università italiane e da vari paesi nel mondo, tra cui Austria, Brasile, Danimarca, Germania, Nigeria, Polonia, Romania, Spagna, Sri Lanka, Turchia e Ungheria. Quattro giorni vissuti intensamente per analizzare e approfondire la relazione esistente tra umanità, economia, scienza e tecnologia, per cercare di capire in che direzione sta andando il futuro con l’obiettivo di fondare un nuovo Umanesimo contemporaneo, che sappia riportare le persone al centro dei rapporti umani. Le “giovani faville”, i futuri decision maker, hanno provato a vivere una full immersion cercando di limitare l’uso della tecnologia, e quindi dello smartphone, per tornare a vivere le relazioni, la realtà, l’incontro, il confronto, lo sguardo, scambiarsi un abbraccio, non più virtuale, digitale, trasmesso in chat, ma concreto, fisico, vero, appassionato.

Questa iniziativa itinerante, organizzata nei minimi dettagli, si è sviluppata in diverse città umbre, tra Solomeo, Perugia, Assisi, Norcia, con appuntamenti e incontri i cui protagonisti hanno interagito con i giovani, cercando di animare le loro passioni e visioni. I temi trattati hanno interessato il rapporto tra persone e scienza, umanità, sostenibilità ed economia, territorio, umanesimo e comunicazione, con un’alternanza sul palco di ospiti e relatori che hanno raccontato storie di vita e testimonianze. E oltre alla presenza dell’imprenditore umanista Brunello Cucinelli, il magnifico Rettore dell’ateneo perugino, prof. Maurizio Oliviero, e la Presidente di Indire Cristina Grieco, tra gli autorevoli “keynote speaker” appartenenti al mondo delle istituzioni, della scienza, della filosofia, della letteratura e del giornalismo, nonché della musica e dello sport, si annoverano Sumaya Abdel Qade, Moses Brings Plenty, Giovanni Caccamo, Barbara Capponi, Roberto Cetera, Salvatore Cuzzocrea, Manuela Dviri, Mauro Ferrari, Gianluca Gregori, Cristina Grieco, Gad Lerner, Giovanni Malagò, Andrea Pontremoli.

Ai lavori del simposio si sono alternati anche momenti conviviali, con gruppi musicali e prestigiose compagini come l’Orchestra Erasmus che si è esibita in concerto all’Auditorium di S. Francesco al Prato a Perugia, e l’Orchestra Jazz del Conservatorio di Perugia “Francesco Morlacchi” con un concerto a Solomeo.

 

Orchestra Jazz, Conservatorio Morlacchi di Perugia al Teatro di Solomeo

Il padrone di casa Brunello Cucinelli, ripercorrendo le tappe del simposio afferma con slancio: “Sono stati quattro giorni molto interessanti in cui abbiamo cercato di trasmettere la bellezza di vivere e godersi questi territori umbri. A me piacerebbe che i partecipanti portassero a casa la spiritualità, la misticità, il silenzio, quella gioia di vivere che è tipica dell’Umbria. Mi ha fatto molto piacere notare che i giovani non hanno avuto mai il telefonino in mano, significa che c’è stata grande attenzione verso i valori, alla riscoperta di ideali universali”. E poi continua: “Ogni persona dovrebbe provare a vivere dove è nato e vissuto almeno fino ai vent’anni. Studiate, imparate, educatevi, ma se ne avete la possibilità tornate nel vostro luogo di nascita per partecipare alla sua crescita culturale e economica. Oggi la tecnologia ci consente di lavorare in questi luoghi, però il borgo non può essere sperduto, altrimenti la qualità della vita diventa difficile: ma se il borgo è situato a venti chilometri dalla città di piccole o medie dimensioni, perché non dovremmo tornare in questi luoghi? Questo è ciò che aveva affascinato anche il Re Carlo perché in Inghilterra hanno tantissimi borghi disabitati a causa della concentrazione nelle grandi città”. E in riferimento al vivere in borghi, Cucinelli chiosa: “Il borgo deve comunque essere bello, attraente, deve esserci vita anche dopo il lavoro perché i giovani devono avere le comodità di cui necessitano. La tecnologia è un dono che si deve governare, dedicandogli il giusto tempo: tutto deve essere equilibrato, ed è per questo che si deve curare contemporaneamente il corpo, l’anima e il lavoro”.

 

L'imprenditore umanista Brunello Cucinelli

Il Rettore dell’Università degli Studi di Perugia Maurizio Oliviero, nell’esternare la sua contentezza, si sofferma sul grande risultato raggiunto, cioè “l’armonia di questi giovani che, ispirati non da chi gli ha dato soluzioni ma da chi gli ha raccontato l’esperienza della propria vita, hanno costruito la loro comunità di pensiero. Ma perché tutto ciò diventi una ricchezza le persone hanno bisogno di incontrarsi, non in modo virtuale, ma piuttosto attraverso una relazione fisica che comprende la dialettica, il conoscersi, lo scherzare insieme. Le emozioni che ci hanno trasmesso questi ragazzi e ragazze sono divenute le nostre, i loro sogni quelli di tutti noi. Ci hanno travolto con la loro energia, la loro voglia di vivere e di portare un cambiamento positivo nel mondo”.

E continua: “Noi c’eravamo dati un obiettivo: cercare di ridare un orientamento a questa nuova generazione che sta vivendo una fase storica complessa, attraverso momenti di riflessione e approfondimento.

E sulla scelta di organizzare questa iniziativa in Umbria, spende parole di elogio verso questa regione: “A livello di territorio non a caso abbiamo scelto l’Umbria, perché questo non è un luogo qualsiasi, è un territorio che ci ha dato la possibilità di mettere in equilibrio quella grande velocità in cui tutti oggi siamo coinvolti. Quando qualcuno arriva in Umbria o vive questi borghi, perde quella frenesia di guardare il telefonino o di mandare un messaggio perché viene colpito dalla bellezza che lo circonda”.

Molto soddisfatta anche la Presidente dell’Agenzia Indire Cristina Grieco che afferma: “Il simposio si conclude con la consapevolezza di aver ascoltato le voci del cambiamento, espressione dei giovani. Parlano di apertura, confronto, reale inclusione e una crescente consapevolezza del vivere nel rispetto dell’ambiente. A noi il compito di recepire gli stimoli di queste giornate per un genuino rinnovamento che potrà arricchirsi anche delle opportunità del programma Erasmus”. E sul rapporto tra tecnologia e sviluppo della persona, tra digitalizzazione e umanesimo, la Grieco continua: “Una manifestazione del genere va anche vista in relazione a come possono essere affrontate le sfide del domani”.

Iniziative formative come questa possono avere ripercussioni anche sul territorio, per cercar di far rivivere i borghi rimanendo in contatto con il mondo intero: “Questo è un tema molto più rilevante di quello che si possa pensare, soprattutto in un paese come il nostro che è fatto di borghi, arcipelaghi e aree interne, che stanno vivendo un periodo di spopolamento e di bassa natalità, e in questo contesto le tecnologie oltre a un percorso culturale ci possono senza dubbio aiutare. E parlare di grandi tematiche e ideali da un piccolo borgo rinato da una visione illuminata di un imprenditore, credo sia piuttosto significativo”.

Momenti di socialità nel borgo di Solomeo

Illuminante anche l’intervento di Andrea Pontremoli, amministratore delegato di Dallara Automobili, che esordisce sottolineando l’importanza di imparare dagli errori: “Lavorare con i giovani ti permette di capire come costruire il futuro perché il ciclo della vita si basa sul rapporto tra vecchiaia e quindi esperienza e giovani”. In merito al rapporto tra tecnologia e uomo, l’imprenditore sostiene: “La tecnologia è uno strumento nelle vostre mani, quindi non diventatene schiavi, imparate a farne un buon uso perché è questo che fa la differenza”. E poi prova a stimolare i giovani studenti: “Cercate di essere unici e innovativi, siate i primi a fare cose e a differenziarvi. Se non impari a sbagliare farai sempre le stesse cose e quindi non sarai mai innovativo. Crea, prova, sbaglia. Poi scegli il metodo giusto, proponilo sul mercato e verifica se piace e funziona. In questo ambito anche la cultura e le relazioni umane fanno la differenza”. E chiude con un messaggio valoriale: “Lo scopo aziendale deve essere non solo l’utile, ma l’utile per gli altri. In questo ambito vi suggerisco tre valori in cui credo: umiltà e la lealtà tra persone; ascoltare con interesse, avere un’opinione e confrontarsi in modo genuino ed argomentato, mettendo a confronto punti di vista diversi per trovare insieme nuove soluzioni; e infine la curiosità che permette di imparare a conoscere”.

Insomma, gli organizzatori sono tutti concordi nell’affermare che l’evento ha pienamente centrato l’obiettivo, cioè stimolare una riflessione profonda, condivisa e trasversale su aspetti fondamentali della nostra società.

 

Chiusura del Symposium al Teatro Solomeo

E nel giorno conclusivo del simposio, dopo un lavoro di squadra, le “giovani faville” hanno redatto una dichiarazione programmatica, “Young Sparks Statement”, in cui hanno lanciato la proposta di un radicale ripensamento del rapporto tra umanesimo e sapere scientifico-tecnologico, che verrà consegnato alla Commissione europea come riferimento per la costruzione delle policy del prossimo triennio nel rapporto tra Unione europea e giovani.

E dopo questa prima edizione è già arrivata una proposta da parte del vice rettore dell’Universidade do Vale do Itajaí in Brasile per ospitare l’edizione del prossimo anno, addirittura oltreoceano. Insomma un successo planetario!

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