Turismo: formule nuove e antichi saperi

21.11.18 , Lifestyle , Mario Timio

 

Perché numerosi poeti e scrittori stranieri quali Lord Byron, Goethe padre e figlio, Anderson, Montaigne, Ruskin, Shelley, John Keats, hanno scelto l’Italia per trarre ispirazione e lasciare mirabili e profonde descrizioni dello Stivale, talvolta meglio dei loro colleghi italiani? Quasi tutti hanno stilato un “Diario di Viaggio” in cui sono “dipinte” le bellezze naturali che incrociano nel loro peregrinare prima di giungere alla meta definitiva che poteva essere Roma, Napoli, Firenze, Venezia, Assisi. E così scoprono paesaggi incantevoli e degni di essere messi in poesia o narrati in righe indimenticabili. Sono anche gli scopritori “ante litteram” di quei borghi dispersi tra mari e monti che oggi rivivono la loro seconda storia, grazie a chi stanco della inquinata quotidianità metropolitana, scopre nelle loro bellezze naturali e artistiche un modo nuovo di vivere, che poi è anche il più antico. Non solo. Anche pittori, musicisti, compositori hanno attraversato le Alpi per prendere spunto dall’ambiente italiano per edificare opere immortali. Grandi firme, ma anche nomi comuni, quelli dei pellegrini che da oltre un millennio hanno calcato vie, sentieri e strade, disegnato percorsi, tracciato cammini da un capo all’altra d’Italia. Abbiamo così la via Francigena, la via Lauretana, la via Flaminia con i suoi vari diverticoli, le vie Romee che procedono dal mondo slavo e tedesco, la via Francescana della Marca, la via Amerina che unisce direttamente Roma all’Umbria, la via della Spina che attraversa l’Umbria dal Nord a Spoleto e poi le numerose vie Francescane che convergono su Assisi. Insomma milioni di persone alla ricerca nei secoli del Bel Paese e delle sue bellezze. Tutti turisti innamorati del’Italia, che offre ambiti unici ed irrepetibili. Il contesto territoriale evocato dalle tante testimonianza letterarie ed iconografiche si rivela una metafora del viaggio e del modo in cui per secoli l’Italia e le sue genti sono apparse ai pellegrini di ieri e ai turisti di oggi. Tutti hanno tratto e traggono una visione estetica del Paese mediante la quale il viaggiatore si ricollega – come ricorda il giornalista Attilio Brilli – “alla eredità lontana del mondo classico facendone rivivere i tratti immutabili dinanzi ai propri occhi e a quelli dei posteri”. Insomma, un luogo per creare sogni. Che il moderno smaliziato turista accetta e personalizza nelle sue varie accezioni. Poiché esiste un turismo storico, un turismo culturale, un turismo religioso, un turismo musicale, un turismo natura in cui immergersi nella fragranza di scoperte spirituali e fisiche. L’Enit, l’Agenzia Nazionale del Turismo, nel suo piano triennale 2016-2018 volto alla promozione del nostro Brand Paese, delinea le linee essenziale per contrastare la concorrenza dei Paesi competitor tradizionali ed emergenti. E far sì che vengano consolidate ed espanse le cifre economiche orbitanti intorno alla voce turismo nelle sue varianti. Ad esempio, secondo la Coldiretti, l’indotto dei parchi e aree naturali sale del 21 per cento negli ultimi anni. Questo turismo natura può infatti contare su 871 parchi e aree naturali, che nel 2014 hanno attirato 102 milioni di turisti con un fatturato di 11.8 miliardi di euro. Nei Top 10 parchi preferiti dagli italiani, il primo è il Parco Nazionale dell’Abruzzo, poi quello del Molise, Lazio, Gran Paradiso, Parco delle 5 Terre, seguono l’Arcipelago Toscano e il Gargano. Sta emergendo il Parco di Colfiorito, in Umbria. C’è poi un altro turismo emergente: è quello dei borghi rivitalizzati in un moderno contesto sociale e culturale, sinonimo del buon vivere, del gusto antico, di un saper fare creativo che si apre all’esterno per forme inedite di turismo protagonista della nuova soft economy. Si raggiungono i maggiori siti turistici con la bici (29 per cento), il trekking (25 per cento), escursioni (24 per cento); si cercano sci (12 percento) o watching (8 per cento). Certo, è un modo nuovo di fare turismo che pur non intaccando quello tradizionale verso grandi mete culturali e archeologiche, ne integra la consistenza e le finalità mediante la scoperta culturale di inediti territori e la ricerca di antichi saperi.

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