Renato Brozzi e la scultura animalista italiana tra Otto e Novecento

11.02.21 , Eventi , Alessio Proietti

 

Renato Brozzi e la scultura animalista italiana tra Otto e Novecento

Al museo Renato Brozzi di Traversetolo (Parma) arriva dall'11 febbraio al 30 maggio una mostra unica nel suo genere, che offre per la prima volta, a livello nazionale, una panoramica globale sulla scultura animalier in Italia, con oltre 100 opere e più di 50 artisti rappresentati. Con il patrocinio di “Parma 2020+21”, è curata da Alfonso Panzetta e Anna Mavilla.

Cento anni fa, per Renato Brozzi il 1920 scoccava all’insegna di commissioni ed eventi che ne avrebbero consacrato definitivamente la fama di animalista, anzi del «più grande Animaliere italiano dopo il Pisanello», secondo la definizione solenne e lapidaria coniata da Gabriele D’Annunzio.

Da qui le ragioni della mostra "Renato Brozzi e la scultura animalista italiana tra Otto e Novecento", promossa dal Comune di Traversetolo e dal museo dedicato allo scultore e cesellatore, incisore e orafo traversetolese, nell’anno di “Parma Capitale Italiana della Cultura 2020+21”.

Un'esposizione che affronta per la prima volta in modo unitario, a livello italiano, un genere di particolare originalità e bellezza – l’animalismo - mai trattato, finora, con uno sguardo globale, mai raccolto ed esemplificato in un’unica esposizione. L’evento, dunque, intende non solo rendere omaggio a un artista che in questo particolare genere fu subito in prima fila, ma anche far conoscere un orientamento specifico proiettato nel contesto artistico internazionale - e all’epoca particolarmente studiato e apprezzato - attraverso le opere dei principali esponenti italiani (molte delle quali poco conosciute o presentate al pubblico per la prima volta, perché appartenenti a collezioni private).

Vi sono rappresentati, con oltre 100 opere, più di 50 artisti animalieri, dai più memorabili - Rembrandt Bugatti, Duilio Cambellotti, Guido Cacciapuoti, Antonio Ligabue, Guido Righetti, Sirio Tofanari, Felice Tosalli - ad altre importanti personalità, fino a scultori meno rinomati, la cui produzione è ancora in gran parte da ricostruire. Particolare attenzione è anche rivolta alla produzione animalista di quegli artisti del territorio per i quali la presenza di Renato Brozzi costituì un riferimento fertile e imprescindibile (Pietro Carnerini, Cornelio Ghiretti, Mario Minari, Armando Giuffredi, Ercole Vighi).

Il catalogo che accompagna l’evento espositivo, oltre a riprodurre a colori le opere presenti nell’allestimento della mostra, è l’occasione per indagare tale genere nella scultura italiana fra Otto e Novecento, con un’attenzione particolare agli animalisti contemporanei a Brozzi, molti dei quali suoi compagni nella Prima Mostra nazionale dell’animale nell’arte del 1930, primo importantissimo banco di prova per oltre cento artisti accomunati da questo speciale orientamento.

La pubblicazione, edita da Edifir – Edizioni Firenze, di oltre 200 pagine, contiene un importante contributo di Alfonso Panzetta sugli animalisti contemporanei a Renato Brozzi nella mostra del 1930, accompagnato da un ricco corredo fotografico di più di 200 immagini, e un saggio di Anna Mavilla sul percorso creativo dell’artista e sul suo particolare gusto animalier nel contesto della cultura italiana del primo Novecento.

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