Eddie Martinez rappresenterà la Repubblica di San Marino alla 60° Esposizione Internazionale d'Arte - La Biennale di Venezia

30.01.24 , Eventi , Collaboratore Riflesso

 

Eddie Martinez rappresenterà la Repubblica di San Marino alla 60° Esposizione Internazionale d'Arte - La Biennale di Venezia

Sarà Eddie Martinez a rappresentare la Repubblica di San Marino alla 60° Esposizione Internazionale d'Arte - La Biennale di Venezia. Curato da Alison M. Gingeras, il progetto Nomader presenterà un nuovo corpus di opere dell'artista americano, pensate appositamente per La Fucina del Futuro, sede del Padiglione in continuità con la Biennale Architettura 2023.

Il Padiglione di San Marino è progettato e realizzato da FR Istituto d'Arte Contemporanea S.p.a., azienda sammarinese che fa capo a Roberto Felicetti, Vincenzo Rotondo e Alessandro Bianchini, con il supporto della Segreteria di Stato per l'Istruzione e la Cultura e la supervisione del commissario Paolo Rondelli e del vice commissario Riccardo Varini.

La repubblica più antica del mondo, da sempre aperta e accogliente, ha spesso guardato ad artisti stranieri per le proprie partecipazioni nazionali a La Biennale di Venezia. Una scelta che rende omaggio alla storia del Paese: luogo di ospitalità e rifugio in passato e oggi importante centro turistico e sede universitaria di respiro internazionale.

La biografia e i fondamenti concettuali dell'opera di Eddie Martinez presentano una stretta affinità con Stranieri Ovunque, il tema proposto da Adriano Pedrosa, curatore della Biennale Arte 2024. Martinez, infatti, è stato segnato da un'infanzia itinerante, priva di una convenzionale stabilità. Durante il periodo della sua maturazione, Martinez si è spostato con la famiglia da una regione all'altra degli Stati Uniti, da costa a costa, spesso più di una volta all'anno. L'inclinazione ad appropriarsi di frammenti di immagini e temi deriva quindi dal suo background nomade. Tracce dei diversi paesaggi attraversati durante la giovinezza compaiono occasionalmente nella sua iconografia, che accoglie porzioni di immagini provenienti da una vita itinerante, riviste e trasformate di opera in opera. Martinez si è sentito perennemente straniero, indipendentemente dal luogo di permanenza, fino a quando, da adulto, ha messo radici a Brooklyn.

Il disegno è stato l'elemento che ha dato continuità a Martinez nel corso della sua vita, avendo iniziato a praticarlo in giovane età. Anche quando era costantemente in viaggio, i materiali portatili gli hanno permesso di investire nel disegno come pratica di base, che da allora costituisce la spina dorsale del suo lavoro. Il disegno ha fornito a Martinez un senso di casa, dandogli conforto e permettendogli di esplorare la sua immaginazione; a sua volta, il disegno è diventato il motore generativo delle sue pratiche pittoriche e scultoree.

Il titolo Nomader sintetizza il rapporto di Martinez con le forme e le idee, passando dal disegno alla scultura e alla pittura, dalla figurazione all'astrazione e viceversa. Questo neologismo suggerisce sia il tema del nomadismo, fisico e culturale, sia un gioco fonetico sulla pronuncia americana che suona come "no matter" (non importa). Entrambi i significati risuonano con l'opera dell'artista e con il suo immaginario.

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