Sacro e pop a Mercanteinfiera Autunno

06.10.25 , Eventi , Elisa Giglio

 

Sacro e pop a Mercanteinfiera Autunno

Una Bibbia grande quanto una mano, incisa a Glasgow nel 1896. Un copricapo rituale sciamanico, un topi maraja dagli splendidi decori argentati, un copricapo con piume dalla profonda foresta Amazzonica. E ancora manifesti, bozzetti, biciclette e design d’artista. Oggetti lontanissimi per tempo e geografia, ma accomunati da una stessa vocazione: custodire e comunicare. Con questa triplice lente – tra spiritualità, antropologia e cultura visiva – si presentano le tre mostre collaterali protagoniste della prossima edizione di Mercanteinfiera Autunno a Fiere di Parma dall'11 al 19 ottobre, il grande appuntamento internazionale dedicato all’antiquariato, al collezionismo e al design d’autore.

“Il libro dei libri. Bibbie antiche, tra splendore e devozione”, in collaborazione con Video Type, “Da ogni capo del mondo: racconti, popoli, vicende attraverso il cappello”, in collaborazione con Martina Barison, “L’Archivio Vivo di Antonio Colombo: Arte, Ciclismo e Design” (in collaborazione con Antonio Colombo), e una mostra dedicata alla memoria di Bruno Pizzul, recentemente scomparso - “Omaggio a Bruno Pizzul”, in collaborazione con la famiglia Pizzul, tracciano quattro percorsi originali e complementari, capaci di coniugare estetica, memoria e immaginario popolare.

Dal libro sacro al cappello etnografico, dalla tipografia rinascimentale al ciclismo d’autore, fino alla voce più amata del giornalismo sportivo italiano, Mercanteinfiera conferma la sua vocazione a raccontare il mondo attraverso gli oggetti, i simboli e le narrazioni che attraversano epoche e generazioni.

Il Mercanteinfiera 2025 è dove la memoria diventa visione. Con circa 1.000 presenze espositive da tutta Europa e più di 6.000 buyer attesi da tutto il mondo, Mercanteinfiera è molto più di un evento fieristico: è un osservatorio culturale dove oggetti, saperi e storie si intrecciano.

“Il collezionismo autentico non nasce dal possesso, ma dalla relazione”, afferma Ilaria Dazzi, brand manager di Mercanteinfiera. “Chi colleziona non lo fa per accumulare, ma per interpretare. Un oggetto entra in collezione quando tocca qualcosa di profondo, quando innesca un dialogo con la nostra identità e con il tempo. Il collezionista è una figura in bilico tra impulso e metodo, spinto da un desiderio di significato che non tutti comprendono. Per alcuni è una mania, per altri una forma di conoscenza. Di certo è un modo per resistere alla dispersione, per ordinare la complessità, per creare connessioni tra epoche, culture, linguaggi. Di sicuro, come ci ricorda Goethe, i collezionisti sono persone felici”.

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