Tradizione e innovazione nella società contemporanea

Il design entra nelle nostre vite con nuove tecnologie pronte a stupirci con oggetti capaci di risolvere i problemi di tutti i giorni attraverso una sintesi della visione e della forma

20.11.18 , Design , Collaboratore Riflesso

 

Tradizione e innovazione nella società contemporanea

Alle soglie della 57° edizione del Salone del Mobile, ci si interroga su quali novità ci riserverà il mondo del design, inteso come il perfetto connubio di creatività, praticità, logica ed estetica, la cui missione è quella di ricercare e ideare oggetti pronti a risolvere i problemi di tutti i giorni.

Da sempre, ma oggi più che mai, il design appare come il riflesso della società contemporanea e risponde alle sue esigenze e bisogni, quindi in questo trambusto che è la società moderna, appare chiaro il bisogno di praticità e semplicità ed il mantra sul quale verge il mondo del design risuona con il termine minimal. Certo, minimal, ma con svariate sfumature, che diventa un concetto, un modus operandi non contraddistinto da freddezza e colori neutri. È uno stile di vita che è caratterizzato dalla sintesi della visione e della forma, così oggetti di design si vestono di colori pastello, assumono linee morbide e sottili, con qualche nota nostalgica che guarda al passato, ma ciò che li accomuna è l’essenzialità della forma e la funzionalità.

Ormai i tempi della scuola del bauhaus appaiono un lontano ricordo, sempre sacro come è sacra la storia, e oggi il designer si mostra come un artista che getta sulla carta e sulla materia la sua arte ed il suo sapere che è un sapere globalistico ed ibrido. È un sapere che guarda oltre la linea dell’orizzonte, non si ferma ai confini territoriali ma spazia cercando soluzioni da ogni parte del globo, per mescolarli alle sue radici e alla sua storia.

Viviamo nel XXI secolo ed oggi la tecnologia ha raggiunto livelli altissimi, diventando così fondamentale per la nostra vita da non poterne fare a meno. Così, oltre all’estro creativo, il design indossa nuove vesti sfornate dai laboratori di nanotecnologia: nascono nuovi materiali dalle qualità che qualche anno fa sarebbero apparse come pura stregoneria. Materiali anti-impronta e antibatterici, tessuti ultra resistenti che riescono a ripararsi tramite l’azione termica del calore. Un esempio ne è costituito dal fenix ntm® che potremmo dire aspiri all’immortalità data la sua resistenza all’usura nel tempo ed è rivestito con resine acriliche che gli conferiscono quelle qualità eccezionali già citate.

Ma il design oggi è sempre più ecofriendly e la tendenza delle aziende è quella di investire sia sul recupero di materiali di scarto per ridare loro nuova vita e sia sulla ricerca di materiali sempre più sostenibili ed a ridotto impatto ambientale.

Oltre alle già da tempo conosciute bioplastiche ricavate ad esempio dall’amido di mais o dalla gelatina estrapolata dall’alga, il mondo del design va oltre ed è sempre pronto a stupirci con nuovi materiali di sintesi ricavate da materie prime naturali.

Per citare un esempio nostrano, l’azienda italiana Orange Fiber ha rivoluzionato il design tessile producendo un tessuto sostenibile ed innovativo partendo dalla lavorazione dei sottoprodotti agrumicoli.

Ma non è la sola in Italia. La fama dei prodotti della nostra terra ha una risonanza mondiale, ecco, perché non utilizzarli nel mondo del design? Wineleather è la prima pelle 100 per cento vegetale, prodotta dall’azienda italiana Vegea, creata dalla lavorazione della lignocellulosa ed oli ricavati durante la produzione del vino ed utilizzata sia nel campo del design che della moda. Insomma, il mondo del design corre a velocità supersoniche e a noi non ci resta che aspettare i suoi abbondanti frutti.

Caterina Farruggia

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