Social Housing - Expo 2015

Venerdì, 05 Dicembre 2014,
Milano -Villaggio Expo: ospiterà addetti ai lavori e delegazioni da tutto il mondo. Conclusa la manifestazione, sarà convertito nel  più esteso complesso di housing sociale d’Italia. Negli ultimi anni, in campo immobiliare, e non solo, c’è un inglesismo che si è sempre più diffuso: social housing. Questo vocabolo può essere tradotto con “edilizia sociale”, o per estensione “ciò che attiene all’offerta sociale di abitazioni”. Esso rappresenta una questione culturale: è il risultato di politiche che tengono conto di elementi quali l’integrazione culturale, la riduzione di esclusione sociale, il recupero urbano e l’evoluzione in campo tecnologico atta a migliorare le prestazioni degli edifici senza aumentarne i costi. Il social housing è una risposta al disagio abitativo, fenomeno che oggi coinvolge un numero crescente di popolazione in Italia, comprendendo la cosiddetta “fascia grigia”, cioè  coloro che non riescono ad accedere al mercato della compravendita ma nemmeno all’edilizia popolare, perché non sufficientemente “poveri”: nuclei familiari monogenitoriali, lavoratori precari, immigrati, studenti, anziani, single e i 7 milioni di giovani tra i 18 e i 34 anni che, non potendo acquistare una casa, restano in famiglia, o spendono di affitto una media di 600/700 euro per una sistemazione in una città come Milano. Seppur con scenari differenti, la questione abitativa non è un argomento nuovo nel nostro Paese; già nel 1903 lo Stato metteva le basi al diritto all’abitazione con la “Legge Luzzatti” che introduceva tra l’altro, il concetto di Casa come elemento sostanziale dello sviluppo economico e sociale. Seguirono i programmi Ina-Casa per la ricostruzione post seconda guerra mondiale, per proseguire con le leggi degli anni sessanta e settanta, fino al decentramento delle competenze statali in materia di politiche della casa.  In questo contesto si inserisce la recente costituzione della Cassa Depositi e Prestiti Investimenti SGR e l’istituzione del Fondo Investimenti per l’Abitare. Ultimi tasselli arrivano direttamente dal MIT – Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, tra cui uno schema di provvedimento di fine anno 2013 contenente misure per il contrasto al fenomeno del disagio abitativo, per la valorizzazione del patrimonio residenziale pubblico e per l'ampliamento del mercato delle locazioni a canone concordato.  Nel frattempo Milano si candida a custodire il più grande intervento di housing sociale mai realizzato in Italia. Si tratta del progetto “Cascina Merlata”: il villaggio expo 2015 che sta nascendo in prossimità del polo fieristico di Rho-Pero; un investimento dall'importo complessivo è di 1,2 miliardi di euro con progetti di Mario Cucinella Architects, Teknoarch, B22 e Pura. Il quartiere si estende su un'area di 540 mila mq, dove verranno realizzate residenze (52.500 mq di housing sociale, 127 mila mq di edilizia convenzionata e 143.500 mq di libera) e servizi come due asili, tre scuole, cinque parchi giochi e un centro ricreativo per la terza età. Al piano terra gli edifici accoglieranno degli spazi multifunzionali destinati ai servizi per gli ospiti del villaggio expo. L’insediamento è immerso in un parco pubblico di 200 mila mq, con 10 chilometri di piste ciclabili che collegheranno il villaggio alla città. Il progetto ha tenuto conto delle varie peculiarità degli ospiti che, provenendo da ogni parte del mondo avranno esigenze abitative molto diversificate. Per questo al Politecnico di Milano è stato affidato uno studio per ritrarre l'identikit delle persone che abiteranno il villaggi, così da ottimizzare il progetto sulla base di valori come ospitalità, multiculturalità oltre che alla sostenibilità ambientale. Per la progettazione dei complementi d'arredo degli appartamenti è stato lanciato un contest internazionale al quale hanno aderito ben 512 designer: “aadesignercercasi”; le premiazioni sono avvenute lo scorso dicembre presso la Triennale. Appare dunque evidente che la ricercatezza per la qualità debba fondersi con l’esigenza della quantità, per un concetto di edilizia sociale ben distante dalle cementificazioni stile anni ’70. Assodato che è la collettività che identifica i bisogni e le esigenze del vivere sociale, un’edilizia responsabile che parta da una forma sostenibile (sotto i vari punti di vista, anche economico) di casa, di quartiere, di città, potrebbe essere una mossa efficace per ottenere un cambiamento dal basso.

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