Nel 1990 Rossi approda a Città di Castello. L'architetto presenta le sue idee in tre progetti: la parte commerciale, il giardino e la residenza, e il palazzo comunale mai compiuto. L'area oggetto dei progetti di Aldo Rossi ospitava fino alla fine degli anni '80 lo stabilimento SO.GE.MA., importante fabbrica locale per la realizzazione di attrezzi agricoli. La composizione dell'area commerciale seguiva uno schema di grande semplicità riconducibile a due grandi aree quadrate, separate dalla stecca trasversale degli uffici. La stecca degli uffici è stata sostanzialmente realizzata secondo il disegno originale, con un'unica variante legata all'uso degli infissi, sostituendo le tipiche "quadrotte rossiane" con l'arricchimento di persiane in legno. Anche nella realizzazione della fontana, il disegno originario ha subito una variazione, sostituendo la geometria del triangolo con una geometria rettangolare. Il progetto risulta del tutto stravolto anche nello spazio esterno dell'area che abbiamo definito "terrazza". Se in origine infatti erano previsti 8 spazi coronati con coperture curve in mattoni, semplicemente separati tra loro dai discendenti e con semplici aperture rotonde, l'esito finale è di 7 spazi, dove è stato inserito un ulteriore blocco rivestito in mattoni con una zoccolatura inclinata anch'essa in mattoni. Il prospetto della palazzina degli uffici sul lato di via Giacomo Leopardi prevedeva in origine solo una piccola apertura rotonda nella parte bassa. Oggi è descritta da quattro fila di due finestre quadrate con infisso tradizionale e persiana. Per l'interno del Centro Commerciale Aldo Rossi aveva previsto un' elegante struttura metallica a 5 campate con quella centrale coperta a botte e le altre a doppio spiovente. Su di esse spiccavano due grandi torri per i collegamenti verticali automatici. Nulla di ciò tuttavia ha visto effettivamente la luce, è rimasta l'idea della struttura metallica, ma declinata in tutt' altro modo. Aldo Rossi è stato spesso accusato di essere un eccellente disegnatore, ma di produrre un risultato estetico delle opere spesso inferiore alle aspettative date dagli elaborati grafici. Nel caso tifernate le mancate aspettative sono rintracciabili in compromessi che hanno costretto il progetto iniziale a prendere strade completamente diverse. Rimanendo nel piano del progetto cartaceo. Rossi ha certamente sviluppato un tema ardito e difficile, riuscendo a individuare una nuova centralità urbana in stretto dialogo con quella storica riproponendo il forte concetto di piazza. Quello che resta oggi dell'opera dell'architetto milanese certamente lascia l'amaro in bocca, sebbene a quanto pare il giudizio dell'utenza non sia dei peggiori, sebbene gli intenti iniziali circa la creazione di un luogo di incontro, oltre che di consumo, forse non sono stati pienamente soddisfatti.