“Richard Sapper is a great designer, yet his work never shouts ‘look who is here’. It has the appearance of a perfect flower with every petal in exactly the right place... he always begins with an idea, usually some mechanical invention, with German precision and Italian flair” - Paul Rand
L’area di influenza dei suoi progetti è immensa e molti dei prodotti da lui creati sono diventati, negli anni, delle vere e proprie icone. Alla base del successo del designer tedesco Richard Sapper c'è una grande personalità che gli ha permesso di lavorare con i più noti marchi del suo tempo: da Alessi ad Artemide, passando per Brionvega e IBM, solo per citarne alcuni. La lampada “Tizio”, progettata per Artemide nel 1972, è probabilmente il suo oggetto più iconico. Ma è la storia che sta dietro alla creazione della Tizio uno degli aspetti più interessanti. Quando Artemide gli propose di progettare una lampada da lavoro, Richard Sapper aveva ben chiari i requisiti che avrebbe dovuto soddisfare. Innanzitutto doveva essere in grado di illuminare solo l’area di lavoro desiderata: lo stesso Sapper preferiva lavorare in un ambiente fondamentalmente buio utilizzando solo una lampada come fonte luminosa, creando un'atmosfera che lo aiutava nella concentrazione. Altro requisito l'utilizzo di una lampadina di piccole dimensioni che, con il montaggio di un riflettore minuto, potesse essere portata vicino al viso senza arrecare disturbo. In più, proprio perché la scrivania di Sapper era solitamente in disordine, la lampada doveva anche potersi estendere, prevedendo la base stessa posta ad una estremità del tavolo da lavoro. Ovviamente, qualora fosse stato necessario, doveva essere anche spostata facilmente. Così, da tutte queste considerazioni, Sapper ha creato il suo capolavoro. Di particolare interesse la definizione che il designer ha dato al suo progetto: “Tizio” è “un'opinione”, ovvero il suo punto di vista personale, la sua visione di come deve essere una lampada da lavoro. Sapper sapeva quanto la funzione fosse fondamentale per la creazione di un buon prodotto ma allo stesso tempo era consapevole del valore dell’estetica. Diceva infatti: «Se la progettazione non è efficace, se non rispetta la funzione, allora è un errore. Ma se un prodotto è solamente funzionale, senza avere una sorta di espressione formale che risvegli l’interesse quando lo si guarda, e che aiuti a creare una relazione umana tra la persona e l’oggetto, neanche in questo caso è un buon prodotto». Il bollitore 9091, creato per Alessi nel 1982, è un ottimo esempio di questo suo approccio. Lo sforzo principale della progettazione, in questo caso, è stato quello di creare un oggetto multisensoriale, in grado di stimolare non solo la vista ed il tatto ma anche l’udito. Per raggiungere questo obiettivo ha pensato di inserire una coppia di fischietti melodici nel bollitore, il cui scopo è quello di produrre una melodia quando l’acqua all’interno arriva ad ebollizione, aggiungendo così una funzione poetica ed emozionale al prodotto. Ma Sapper era anche convinto che il design avesse una relazione più stretta con la scultura rispetto all’architettura, poiché la maggior parte dei prodotti viene vista dal suo esterno, mentre lo scopo ultimo dell’architettura è la creazione di spazi interni. Uno degli scultori che Sapper ha più amato è Henry Moore. Le sue opere lo affascinavano in particolar modo poiché, camminando attorno alle sculture, queste ultime assumevano connotazioni diverse a seconda del punto di osservazione: potevano essere morbide da un lato e spigolose dall'altro. Questa curiosità nei confronti del cambiamento e del movimento ha evidentemente influenzato la sua produzione in campo industriale. Come lo stesso Sapper ha ammesso, è sempre stato affascinato dall’idea di inserire movimento all’interno dei suoi lavori. Emblematico è il timer da cucina Escargot per Terraillon, dove il designer tedesco è stato in grado di rendere visibile lo scorrere del tempo: l’oggetto mentre è in uso, cambia la sua forma fino a ritornare al suo stato originale di riposo; così come la radio TS 502 disegnata assieme a Marco Zanuso per Brionvega è in grado di trasmettere visivamente il suo funzionamento grazie al movimento.
“Il tempo è una delle poche cose che possono definire la qualità di un oggetto” affermava il Maestro. Appunto parchè è il tempo una variabile essenziale, l’eredità che ha lasciato è un considerevole numero di oggetti innovativi, eleganti e poetici che continuano a ispirare generazioni di designer in tutto il mondo. È l’amore che provava verso la sua professione che traspare dalle sue opere, attraverso l’estrema cura sia per il prodotto finito, sia per tutte le sue fasi di produzione. Tutto questo, a mio avviso, ha permesso a molti dei suoi progetti di divenire oggetti di culto.
Matteo Squaiella