In uno scenario costituito da vigneti, boschi di sughere, oliveti e macchia mediterranea che degradano fino al Tirreno, sorge Petra. Cantina situata a Suvereto (Li), progettata dall'architetto Mario Botta per il Gruppo Terra Moretti. È costituita da un cilindro di pietra (in latino "petra") sezionato con un piano inclinato parallelo alla collina e da due corpi edilizi porticati posti ai lati, a mo’ di "barchesse". Come sostiene il progettista "vuole essere una reinterpretazione delle antiche dimore di campagna toscane in cui il disegno delle coltivazioni, in questo caso i vigneti, era parte integrante del disegno architettonico". Una monumentale scalinata che punta al cielo, taglia la costruzione e conduce ad un suggestivo affaccio da cui si domina la collina; in copertura un giardino pensile permette ai colori dell'architettura di mutare in relazione alle stagioni. Il corpo centrale rappresenta il volto geometrico e il simbolo dell’Azienda; internamente si sviluppa su tre livelli che ospitano: la sala di vinificazione al piano terra, la sala di diraspatura al primo piano, il laboratorio e gli uffici di servizio della produzione al secondo piano. È inoltre presente una galleria che si pone come elemento funzionale e nello stesso tempo contemplativo; un tunnel lungo 75 metri, voluto dal patron Vittorio Moretti, accessibile dal piano terra e che penetra la montagna fino ad arrestarsi dinnanzi ad una parete di roccia, nel cuore della collina, distante dai luoghi di produzione. Idealmente un "cordone ombelicale" che permette un legame profondo con la terra madre. La presenza della roccia ricorda inoltre, che anche attraverso i sali minerali che la costituiscono, i vini prodotti dai vigneti sovrastanti vengono caratterizzati. Il tunnel permette poi il mantenimento del corretto livello di umidità della cantina di affinamento, per un’ottimale conservazione delle barrique in rovere francese. Dal punto di vista costruttivo, una particolarità della struttura dell'edificio sta nel fatto di essere stata realizzata con manufatti prefabbricati in cemento armato ed in legno lamellare, che hanno favorito una corretta previsione dei tempi e dei costi di realizzazione. Particolare attenzione è stata posta agli aspetti energetici: la produzione del vino è basata sul principio di gravità, senza l'ausilio di pompe o di altri mezzi meccanici; gran parte degli ambienti sono illuminati con luce naturale, che nel volume principale scandisce un ritmo di raggi che filtrano attraverso i gradoni di copertura del cilindro, generando una piacevole atmosfera nei luoghi di lavorazione delle uve (forse un richiamo alla celebre città di Petra, scavata nella pietra nell’attuale Giordania, progettata in modo che il sole ne illuminasse i luoghi sacri come una sorta di luce divina?). L'energia elettrica viene prodotta attraverso un impianto fotovoltaico galleggiante, installato sopra una zattera su un piccolo lago di raccolta delle acque piovane posto a valle della cantina. Tale soluzione ha permesso di abbattere l'impatto energetico degli impianti aziendali, senza sottrarre terreno all’agricoltura, per una filosofia a favore della salvaguardia del Pianeta. Se "costruire una struttura in grado di evidenziare la bellezza del luogo in cui sorge ed il fascino del lavoro che in essa si svolge" era il desiderio dei protagonisti della storia di Petra, in particolar modo di Vittorio Moretti e della figlia Francesca (enologo e responsabile dell'Azienda), esso si è certamente avverato.
Luogo: Suvereto, Livorno
Committente: Az. Agraria Petra S.r.l., Gruppo Terra Moretti
Progetto Architettonico: Arch. Mario Botta