C’è un legame tra scienza e umanesimo? Forse possiamo trarre una risposta anche dal meeting che si svolge a Foligno nel mese di aprile su: Scienza e Filosofia. Quello folignate è un inedito appuntamento annuale che coinvolge scienziati ed umanisti alla ricerca di un quid che potrebbe interessarli nell’attività di studio, di diffusione, di applicazione. Se mai esiste un quid. Scopriamolo mettendo a confronto, seppure a distanza, due noti personaggi: uno scienziato, Roberto Cingolani, e l’altro, filosofo, Dario Antiseri. Il primo, milanese di nascita, è il direttore dell’Istituto italiano di Tecnologia (Iit) con sede a Genova, con 1200 ricercatori provenienti da tutto il mondo. In tre anni l’Iit ha sfornato 169 brevetti che vengono venduti ad aziende interessate a tradurli in operatività. Ma brevetti di cosa? Ce lo spiega il recente libro di Cingolani: “Il mondo è piccolo come un’arancia”. Piccolo come la nanotecnologia che sta cambiando la nostra vita con la rivoluzione dell’invisibile. Ed allora robot, nanostrutture, micropresidi medici, advice sportivi, strumenti aerospaziali e nautici. Cingolani sta poi trasferendo la nanotecnologia sui sistemi umani e umanoidi. Sua è la realizzazione del robot iCub che può sostituire l’uomo in molte attività umane fisiche. Insomma Cingolani è un campione dell’innovazione tecnologica italiana. Che non mette però la cultura umanistica all’angolo. Anzi la ravviva quotidianamente convinto come è che la scienza ha bisogno di un continuo supporto intellettuale, anche di ordine filosofico. Ciò può apparire un lusso che pochi si permettono, ma è un lusso necessario. Anzi è una sfida. Una sfida che l’altro personaggio, il filosofo Dario Antiseri, folignate di nascita, già docente di epistemologia alla LUISS di Roma, ha raccolto scrivendo (insieme a Giovanni Reale recentemente scomparso) “Cento anni di filosofia. Da Nietzsche ai nostri giorni”. Antiseri, uno dei massimi esponenti della filosofia italiana, non è nuovo a tali imprese. Questa opera è la documentazione dell’immane lavoro che il pensiero umano ha compiuto nel mondo durante il “secolo breve”. É un lavoro sterminato in cui si privilegiano giustamente i grandi filosofi, quali Freud, Husserl, Croce, Heidegger, Wittegenstain, Popper, ma che offre largo spazio anche alla scienza, al pensiero scientifico e ai temi che l’affiancano: epistemologia, neuroscienza, bioetica, biopolitica. É affascinante il capitolo sulle scoperte mediche, sulla metodologia del lavoro degli scienziati, sull’interconnessione tra i vari settori del sapere umano. L’opera offre largo spazio alla filosofia italiana, ne mostra il nesso con il resto del mondo, del cui pensiero speculativo l’Italia non è una minuscola propaggine, come qualcuno pensa. Antiseri fa propria l’asserzione per cui la filosofia al giorno d’oggi è quanto mai viva. Tutte le grandi domande sull’uomo, sull’universo scaturiscono da una prospettiva filosofica. E una volta “visto” cosa è l’uomo, si può studiare come sopravvive nell’ambiente che occupa, gestendo tutti i rischi che presenta il mondo, sfruttando tutte le opportunità che la scienza offre all’uomo. Come la robotica e la nanotecnologia che Cingolani inventa per l’uomo, come ponte tra scienza e umanesimo.