Recentemente, nella prima pagina dell’inserto “Domenica” del Sole 24 Ore, è comparso un articolo del Direttore, Roberto Napoletano, dal titolo: “La bella solitudine dell’Umbria e il gusto marchigiano”. É stata musica per le mie orecchie che nel tempo hanno raccolto le note scandite per esaltare le bellezze dell’Umbria e nelle quali abbiamo costruito l’icona della nostra rivista. Nel leggerlo più di una volta emergono immagini abbozzate con la grazia di chi si avvicina alla regione quasi con venerazione, come accade a chi è alla ricerca di “cose” preziose di altri tempi, che però vogliono immergersi in un realtà attuale dai risvolti inediti. Ed ecco allora apparire aspetti religiosi legati non tanto all’atmosfera che discende dalla storia francescana o dalla tradizione benedettina ma alle manifestazioni popolari che affondano le radici nelle tradizioni locali. Queste componenti sono gli strumenti che veicolano i visitatori a cercare il senso perduto di trascendenza. Che ritorna nelle parole virgolettate del Direttore. “L’odore di legna bruciata, le campane dell’Ave Maria, il silenzio che custodisce il rosso dei nostri bei tramonti, i borghi, la qualità della vita”. Nell’abbozzo di queste immagini c’è solo la verità di una regione che traspare bellezza interiore e fragranza esteriore, che lascia vivere in sintonia con una natura palpitante, ricca di sentieri silenziosi e di profumi medievali, di borgate ove sopravvivono antichi mestieri e inaspettati personaggi. É una natura dai pettinati filari di viti doc e docg e dai regolari uliveti dalle verdastri drupe. Ti affacci sulla pianura spoletina o ti arrampichi sulle pendici del Subasio e ti senti in sintonia con Francesco, scoprendo sensazioni che fanno la differenza.. Però non si può essere totalmente d’accordo con Napolitano quando esalta lo ”splendido isolamento” dell’Umbria, fino ad oggi tenuta fuori dalla grandi vie di comunicazione e dagli aeroporti che contano. L’isolamento è tutt’altro che splendido fino a quando teniamo fuori la bellezza umbra dall’Italia e dal mondo. Se anche la politica facesse la sua parte, forse l’Umbria diverrebbe “l’ombelico sano e profondo del Paese”. Immerso nel verde. É auspicabile che le recenti iniziative intenzionali si trasformino in realtà. Comunque un articolo sull’Umbria del “Sole 24ore” uno dei giornali più diffusi in Italia, rappresenta un messaggio pubblicitario di grande rilevanza. Prendiamone atto.