Anche il nostro periodico si converte al green, o meglio, continuando la sua linea di valorizzazione della "Green Economy" con i puntuali interventi del nostro collaboratore Walter Leti, dà testimonianza della "rotta verde", posizionando Riflesso, da questo numero, sulla carta riciclata. Perché? Forse la crisi economica che ci attanaglia spinge alla maturazione di una comune crescita culturale sullo smaltimento dei rifiuti e sulla produzione di energie alternative. Il tempo delle vacche magre ci conduce, tra l'altro, a guardare con occhi nuovi le ferite inferte alla natura dall'avidità di pochi. Anche se, a chi vendeva l'anima al dio del profitto o del potere, qualcuno si opponeva indicando percorsi alternativi volti alla salvaguardia ambientale, di cui ne faceva il proprio core business. In un mondo globale caratterizzato dall'aumento della domanda di materie prime, si impone la filosofia della raccolta differenziata e dello sviluppo dell'industria del trattamento, alla quale contribuisce in maniera determinante la filiera degli imballaggi e della carta riciclata, compresi i giornali. Si sente oramai l'esigenza di creare le condizioni per una reale "Società del riciclo". Entro il 2020, secondo il Sistema Conai (Consorzio nazionale imballaggi), dovranno essere riciclati il 50% dei rifiuti di carta, plastica, metalli e vetro prodotti in Italia. Su questa tematica in Umbria non siamo messi male. Alcuni esempi di imprenditori che hanno sposato la filosofia dell'impatto zero sono, tra i tanti, le aziende Brunello Cucinelli, Listone Giordano e Castello Montevibiano Vecchio, delle quali questo periodico si è già occupato. Anche le istituzioni non stanno a guardare. La Regione Umbria ha presentato nel dicembre scorso il nuovo marchio regionale "Green Heart Quality", per la certificazione di imprese, prodotti e anche amministrazioni pubbliche che rispettando un preciso disciplinare, potranno "certificare e rendere riconoscibili" le produzioni ambientalmente compatibili. L'Umbria è così la prima Regione d'Italia a dotarsi di un marchio di sostenibilità ambientale nella consapevolezza che investire in questo settore aumenta la capacità delle imprese di essere competitive. Il marchio è stato pensato per aumentare il valore dei prodotti, in particolare sui mercati esteri, per promuovere il territorio e per accrescere l'immagine della Regione Umbria, già Cuore Verde d'Italia, a "luogo dell'eccellenza ambientale". Nell'ambito della manifestazione "Ecomondo", tenutasi a Rimini lo scorso novembre, il direttore generale di Conai Walter Facciotti ha ricordato che: "grazie all'attività del Sistema Consortile è stato possibile sfruttare le cosiddette "miniere metropolitane"; i rifiuti urbani da problema si sono trasformati in una risorsa da valorizzare per produrre nuova ricchezza. In questo contesto, l'industria italiana della valorizzazione e della preparazione al riciclo è pronta a guardare avanti, investendo sempre maggiori risorse sia economiche sia umane. Con una ricaduta di 9.5 miliardi di fatturato annuo e di 100.00 unità di addetti ai lavori. Se è poco!