06.12.24 , Arte , Collaboratore Riflesso
Dopo un sofisticato processo di consolidamento, sabato 7 dicembre, riapre a Mantova Palazzo del Podestà, il monumentale edificio tra Piazza Erbe e Piazza del Broletto, collegato ad altri due fabbricati storici dell’età comunale: l’Arengario e il Palazzo del Massaro. All’interno di questi nuovi spazi recuperati nasce il nuovo museo intitolato a Virgilio, un percorso spazio-temporale nell’opera e nella leggenda del poeta. Dopo dodici anni, il Palazzo torna ad accogliere il pubblico sotto una veste rinnovata: il Museo Virgilio, il cui design e storytelling è stato curato dalla Scuola Holden.
Il percorso di visita del Museo Virgilio riserva delle sorprese di inedita rilevanza artistica, come appunto le decorazioni affrescate ancora visibili nelle sale. Le più rilevanti e inedite sono nella Masseria superiore, nella sezione dedicata alle Georgiche. Un’intera parete è dedicata al Ciclo dei mesi, la rappresentazione dello svolgimento dell’anno attraverso personificazioni o scene di lavoro correlate a ognuno dei dodici mesi con il relativo riferimento astrologico. Di forte impatto visivo, le immagini diventano un grande codice illustrato capace di suscitare l’interesse di un pubblico vasto, non necessariamente colto, proprio per il loro alto valore didascalico. Lungo le restanti pareti ci si imbatte in soggetti di cultura profana tratti da racconti cavallereschi, favole e narrazioni storiche.
Esistono Cicli dei Mesi che raccontano mesi e stagioni con scorci naturali, scene di vita quotidiana e di lavoro umano, ma in questo Ciclo di Mesi la natura è quasi sempre rappresentata come una natura agricola, quella degli agricolae protagonisti delle Georgiche di Virgilio. Questa correlazione con l’opera di Virgilio non deve stupire poiché le Georgiche sono state una fonte letteraria imprescindibile per i calendari medievali, oltre che un modello di ispirazione per la poesia dei mesi. Proseguendo nella visita, il Palazzo continua a regalare sorprese: lacerti di affreschi visibili accedendo dallo scalone d’onore, che riportano decorazioni araldiche datate al 1473, e nell’Arengario, un fregio alto circa un metro, che gira sotto il solaio delle quattro pareti interne da cui sembrano pendere, sospese a nastri affrescati, insegne araldiche del periodo di Federico II Gonzaga, di cui restano pochi frammenti.
Ovviamente, il museo racconta la sua storia anche attraverso preziosi reperti, come il Virgilio in Cattedra, una scultura policroma databile tra XII e XIII; il cosiddetto Trono di Virgilio del II secolo a.C.; le monete gonzaghesche con effige di Virgilio del XV e XVI secolo; il frammento di affresco con il volto del poeta del 1540; il Busto di Virgilio della prima metà del XVI e i volumi antichi delle sue opere.
Museo Virgilio vive nella cornice di un luogo eccezionale, ma va anche oltre lo spazio fisico: è stato infatti sviluppato anche un ambiente digitale ad hoc, una app che consente di accedere a contenuti multimediali che aumentano in maniera significativa l’esperienza di visita. L'app permette di approfondire i contenuti e di saperne di più sul Palazzo e sulle meraviglie che custodisce. Non solo: sarà possibile avere un’idea personale di Virgilio attraverso il percorso My Virgilio: QR Code che, chiedendoci di esprimere quanta vicinanza sentiamo rispetto ad alcuni tratti del poeta, a poco a poco ci permettono di definirne un profilo. Inoltre, esiste anche il Virgilio al di fuori di Palazzo del Podestà, che ha l’ambizione di diventare un punto diaggregazione di contenuti e luoghi virgiliani. Per questo ci sarà il Virgilio Glocal, una mappa interattiva che suggerisce a visitatrici e visitatori quali luoghi virgiliani possono esplorare a Mantova, in Italia e nel mondo, anche utilizzando come filtro il profilo che si è scelto durante il percorso.
Il progetto del museo è quindi quello di essere uno spazio che, negli anni, si arricchirà senz’altro di nuovi contenuti, sale, implementazioni e aggiornamenti – perché la volontà non è inaugurarlo, ma tenerlo vivo.
RIFLESSO
Registrazione Tribunale di Perugia n.35 del 09/12/2011
ISSN 2611-044X