“I custodi della memoria”

06.10.25 , Eventi , Collaboratore Riflesso

 

“I custodi della memoria”

Un luogo in bilico tra galleria d'arte e salotto culturale, la Galleria Apollina del Circolo dei Viaggiatori, nel cuore del quartiere Parioli di Roma, dall’11 al 18 ottobre sarà abitato dalle sculture senza tempo di Roberto Franchitti, scultore e architetto che dà forma all'informe, figlio di un Molise spesso, e a torto, dimenticato.

La mostra, dal titolo “I custodi della memoria”, promossa e sostenuta dall’Associazione culturale “Cultura è libertà”, è curata da Gina Ingrassia e organizzata da Inmagina con la collaborazione di Strati d’Arte.

Franchitti espone per la prima volta nella Capitale. Circa venti i pezzi presentati, alcuni molti grandi, alcuni abbinati a brani poetici o letterari, disseminati lungo il percorso espositivo esterno e interno e uniti da un filo narrativo che ripercorre l’attività scultorea di un’artista che si muove con agilità ed eleganza tra identità, memoria, radice, trasformazione. Sono opere concrete, solide, dense, talvolta monolitiche altre volte effimere e sfuggenti, che si muovono con grazia a indagare dimensioni dello spirito e dell’esistenza, sfiorano il mito, si vestono di atemporalità, si soffermano sui grandi interrogativi etici senza concedersi a banali o presuntuose soluzioni, cavalcano la storia, tessono relazioni con la società e la sua evoluzione e involuzione.

Potente il tema della metamorfosi e della trasformazione che attraversa tutta l’opera di Franchitti, evidente già a partire dall’utilizzo dei materiali che sono sempre di recupero (pelli, ferri arrugginiti, radici cortecce e legni) non solo riportati a nuova vita, ma assunti nella categoria dell’Arte. Il tema della trasformazione torna poi anche a livello concettuale, sintetizzato (e in qualche modo sublimato) nella bellissima opera dedicata a Perseo/Medusa il cui significato profondo viene restituito in maniera multisensoriale: scultura, musica e letteratura si fondono in un dialogo suggestivo. La scultura si veste infatti del suono angelico di un'arpa, attraverso le abili dita del Maestro Gian Mario Conti, mentre la voce della curatrice, Gina Ingrassia, tesse storie classiche di metamorfosi e rinascita.

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