05.06.20 , Ambiente , Carlo Timio
Non c’è dubbio che la feroce pandemia Covid 19 che ha attanagliato il mondo intero ha riacceso in maniera significativa la lampadina sul futuro del pianeta, innescando riflessioni e dibattiti sulle opportunità da sfruttare per trasformare questa tremenda crisi internazionale in una grande occasione per costruire un sistema più equo e sostenibile. A caldeggiare la necessità di avviare un’imminente inversione di rotta vengono in soccorso le celebrazioni odierne per la Giornata mondiale dell'Ambiente. Istituita nel 1972 dall’Assemblea delle Nazioni Unite, nel contesto della fondazione del Programma Onu per l’ambiente, vale a dire l'Organizzazione internazionale che opera contro i cambiamenti climatici a favore della tutela dell'ambiente e dell'uso sostenibile delle risorse naturali, la ricorrenza, che viene celebrata ogni 5 giugno, vuole rappresentare un momento in cui riporre l’attenzione sulla rilevanza del rapporto tra uomo e natura, tra ambiente e valori.
Sono convinto che la crisi economica derivata dalla diffusione della coronavirus possa segnare una svolta alla lotta ai cambiamenti climatici. Trasformare la pandemia da crisi in opportunità per ripensare i modelli di sviluppo è un passaggio obbligato che l’Italia, l’Europa e i principali paesi al mondo, dovranno seriamente prendere in considerazione per attuare quel grande progetto europeo che è il Green Deal, capace di fungere da stimolo verde per rimettere in moto l'economia e rilanciare la crescita in una direzione più sostenibile, con l'obiettivo molto ambizioso di azzerare le emissioni nette di gas ad effetto serra entro il 2050. A tale scopo, la Commissione europea ha confermato uno stanziamento di oltre 1000 miliardi nei prossimi dieci anni a sostegno di investimenti verdi sia nel pubblico che nel privato. Investimenti in efficienza energetica in ambito domestico ma anche commerciale e industriale possono aiutare nel modo migliore l'economia europea perché danno lavoro e riducono i costi di gestione tagliando le bollette oltre a offrire un grande contributo alla difesa dell'ambiente e del clima.
Per poter raggiungere questo importante obiettivo diventa vitale investire sulla diffusione di una sensibilità e responsabilità ambientale coinvolgendo dai più giovani alle persone più anziane con piccole attività quotidiane quali mantenere le spiagge pulite, rispettare gli animali a rischio di estinzione, ridurre l'inquinamento da plastica.
Sul piano più strutturale, gli scienziati concordano sulla necessità di implementare altre iniziative, come la riforestazione, perché gli alberi sono sottrattori naturali di anidride carbonica considerata la principale causa dell'effetto serra e quindi dell'innalzamento delle temperature. Secondo il rapporto dell'Inter governamental panel on climate change per contenere entro 1,5 gradi il riscaldamento globale entro il 2050 è necessario avere un miliardo di ettari in più di foreste.
Un altro importante aspetto da tenere sott’occhio è la conservazione della biodiversità, e il 2020 è l’anno che l’Onu ha dedicato proprio a questo argomento. La dilagante deforestazione, l'espansione incontrollata dell'agricoltura intensiva, l'estrazione mineraria e lo sviluppo delle infrastrutture così come lo sfruttamento delle specie selvatiche hanno creato una tempesta perfetta per la diffusione di malattie dalla fauna selvatica all'uomo. Il susseguirsi di malattie nuove e terribili sempre più frequenti e virulente come le influenze suina e aviaria sono la conseguenza dell’alterazione dei delicati equilibri naturali poiché la Terra è un macro organismo vivente in cui tutto si tiene insieme tra biologia, ecologia, economia, istituzioni sociali, giuridiche e politiche e la salute di ciascun individuo è interconnessa e dipendente dal buon funzionamento dei cicli vitali del pianeta.
E se è vero che la pandemia cambierà profondamente gli scenari attesi per i prossimi anni in tema di sviluppo sostenibile, occorre adoperarsi su diversi fronti per cominciare a creare mattone dopo mattone un mondo migliore.
Indubbiamente il blocco totale delle attività e la limitazione agli spostamenti ha inferto un brusco taglio ai livelli di inquinamento atmosferico. Anche se l’attenzione verso questi temi potrebbe diminuire nel breve termine, mentre le aziende sono impegnate ad affrontare le difficoltà finanziarie. Tuttavia, pensiamo che sarà una fase temporanea sulla strada verso un mondo decarbonizzato.
Dalla mobilità ai consumi, tutto sembra accelerare in questa direzione. Anche perché negli ultimi due mesi ci siamo accorti che si può vivere e lavorare diversamente. L'impatto più significativo sarà soprattutto sulla mobilità a cominciare da minori spostamenti per andare in ufficio e meno trasferte in aereo per viaggi di lavoro.
È probabile che lo smart working resti un'attitudine positiva nel mondo del lavoro, contribuendo a rendere il passaggio verso la nuova dimensione locale ancora più veloce. Una scelta che cambierà l'aspetto della città: meno uffici e più abitazioni con interi quartieri disegnati e una crescita di nuove attività sul territorio.
Va da sé che una volta terminata l'emergenza serviranno altri investimenti importanti per spingere il mondo su questa traiettoria. L'equilibrio che andrà a definirsi dipenderà da come saranno affrontati gli aspetti legati ad affidabilità, accessibilità economica e sostenibilità energetica: tre fattori fortemente connessi che presuppongono un approccio integrato in termini di policy.
E allora il momento è più che maturo per unirci tutti insieme, con un approccio intergenerazionale che parta dal basso e che responsabilizzi tutti i cittadini, nel tentativo comune di cercare, ognuno nel suo piccolo, di mettere un tassello dopo l’altro per la costruzione di un nuovo modello di fare business, di comportarci e di relazionarci con gli altri, con un occhio sempre rivolto a chi rimane indietro, perché cambiare si può, ma con la consapevolezza di poterlo fare in modo inclusivo e sostenibile.
RIFLESSO
Registrazione Tribunale di Perugia n.35 del 09/12/2011
ISSN 2611-044X