Storia di un connubio vincente tra moda e arte

09.03.21 , Moda , Collaboratore Riflesso

 

Storia di un connubio vincente tra moda e arte

La moda rappresenta da sempre una forma d’arte stessa. Trae la sua linfa vitale dall’arte per dare vita a creazioni ibride tra sogno e realtà, dando libero sfogo alla creatività che ritrova, all’interno della suddetta, la sua espressione più aulica. Da Elsa Schiaparelli a Laura Biagiotti, una parabola rivelatoria dei sodalizi più significativi tra moda e arte della storia: dalle partnership tra stilisti e artisti alle collezioni che rievocano l’arte.

Il connubio tra moda e arte, che si registra da oltre 80 anni, sembra destinato all’eternità. Il risultato ha sempre rappresentato un trionfo, un tributo all’arte in tutte le sue forme. Questo, a partire dagli anni Trenta, periodo in cui il sodalizio delle due arti diventa esplicito, per la prima volta nella storia della moda, grazie alla collaborazione tra Elsa Schiaparelli e Salvador Dalí. Da quel momento in poi, questo connubio vincente, rappresenterà il “leitmotiv” all’interno del Fashion System, arrivando a capitanare la contemporaneità mediante Laura Biagiotti e la sua sfilata di qualche giorno fa all’Ara Pacis.

Prime manifestazioni nella storia del dialogo tra moda e arte: Elsa Schiaparelli e Yves Saint Laurent

Correva l’anno 1937, quando fu esplicitato per la prima volta il rapporto tra moda e arte. Elsa Schiaparelli ha, sin da subito, tradotto l’arte in moda, ma è con Salvador Dalí che trova la sua massima espressione. Il primo capo iconico frutto del connubio tra moda e arte è stato l’Abito Aragosta (tipica intuizione daliniana). Dal 1937 si passa al 1965, con la collezione Autunno/Inverno 1965-66 di Yves Saint Laurent denominata “Collezione Mondrian”. Mondrian stimolò Yves per la realizzazione di sei look dai toni e geometrie adoperati dall’artista. Continuando a rivelare la parabola temporale, si scorge nuovamente Yves Saint Laurent, il quale nel 1988 presentò un’intera linea ispirandosi a due famosi capolavori dell’artista Vincent Van Gogh, “gli Iris” e “i Girasoli”

Abito Aragosta 

Il connubio tra moda e arte attraverso Gianni Versace, Alexander McQueen e Louis Vuitton dagli anni Novanta fino al 2017

Anche su Gianni Versace l’arte ha esercitato un importante ascendente. Degli anni Novanta, è rimasta celebre la sua collezione ispirata alla Pop Art di Andy Warhol. Nel 2010, è stato il turno di Alexander McQueen. Per la sua collezione Autunno/Inverno 2010-2011 lo stilista, poco prima di spegnersi, ha voluto realizzare 17 abiti riproducenti i dipinti di Botticelli. Si giunge al 2017, anno in cui Louis Vuitton ha collaborato con l’artista americano Jeff Koons, per una collezione di borse e accessori. Alcune sue copie originali delle opere di Leonardo Da Vinci, Rubens, Tiziano, Fragonard e Vang Gogh sono state riprodotte sulle borse simbolo della Maison.

Versace Pop Art

Dior e Louis Vuitton: le loro partnership con due artisti contemporanei nel 2020

Nel 2020 abbiamo potuto assistere ad altri fenomeni scaturiti dal binomio moda – arte. Sempre Dior lo rende esplicito mediante la sua collaborazione con l’artista americano Kenny Scharf per la collezione Dior Homme Autunno 2021. La capsule presenta le opere del pittore tradotte attraverso ricami tradizionali cinesi, arrivando a delineare una fusione di arte contemporanea e tradizione cinese, artigianalità e innovazione digitale. Sul finire del 2020, Louis Vuitton stipula una partnership con l’artista contemporaneo svizzero Urs Fischer per la nuova collezione “Louis Vuitton X Urs Fischer”. La linea rappresenta una versione dell’iconico Monogram del brand francese reinterpretata dall’artista.

Laura Biagiotti e il fenomeno più recente di sodalizio tra moda e arte

Laura Biagiotti

L’ultimo e più recente caso di commistione tra moda e arte è stato espresso da Laura Biagiotti.  La stagione FW 21/22 è stata girata all’Ara Pacis a Roma, luogo iconico della Capitale, simbolo di rinascita e di novità. La collezione tesse un dialogo tra moda, arte, danza, architettura e cinema. Per la nuova linea, classicismo e naturalismo sfilano in corteo e, le moderne “sacerdotesse”, indossano lunghi mantelli di alpaca bianco-latte o nei toni cappuccino. La collezione racconta il ruolo femminile nella sua espressione più completa, attraverso un dialogo inedito tra la moda e la città, tra le donne, l’abito e il corpo. La moda Biagiotti rievoca un pensiero congiuntamente nuovo e infinito.

Valeria Torchio

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