Le nuove frontiere delle sfilate con la tecnologia applicata: next level models

Anno dopo anno le case di moda si sono affidate sempre di più ad apparati tecnologici per stupire e coinvolgere il proprio pubblico, anche con dirette in streaming, ed è per questo che oggi si può parlare di inclusività piuttosto che di esclusività

01.12.18 , Moda , Collaboratore Riflesso

 

Le nuove frontiere delle sfilate con la tecnologia applicata: next level models

La moda plasmata dalla tecnologia. La tecnologia plasmata dalla moda. Tutto si accelera arrivando nelle mani e negli occhi di tutti. Negli ultimi anni il prorompente ingresso della tecnologia nel sistema moda ha fatto sì che le barriere fra di essa e la gente comune venissero totalmente abbattute. La passerella diventa il luogo di coesistenza fra modelle, abiti, accessori, robot e droni. La tecnologia, medaglia dalla doppia faccia, segna la svolta sulle passerelle e contemporaneamente genera perplessità, negli addetti ai lavori e non. Esiste ancora il binomio esclusività e moda?

A Londra nel 2010, durante la settimana della moda, si è dato il via per la prima volta, alla trasmissione in streaming delle sfilate. Anno dopo anno le case di moda si sono affidate sempre più alla tecnologia per stupire e coinvolgere il proprio pubblico. Pubblico che ormai non si limita più ai pochi scelti seduti ai lati della passerella, ma bensì si espande fino a coloro che si godono la sfilata in streaming, seduti sul divano di casa propria dalla parte opposta del mondo. Dopo otto anni circa, Dolce e Gabbana, per l’autunno/inverno 2018-2019 presenta le borse della nuova collezione appese a dei droni che si destreggiano sopra la passerella in una danza pilotata, provocando stupore e perplessità. A New York, per Philip Plein, la modella Irina Shayk apre la sfilata immersa in un’atmosfera Blade Runner varcando la passerella tenendo per mano un Transformer gigante marcato Plein.

A Parigi, è il turno di Maison Margiela che per la couture autunno inverno 18/19, presenta Artisanal Collection di John Galliano. Qui la realtà virtuale è il tocco finale alle nove silhouette presentate in passerella. Il direttore creativo porta avanti il Glamour Nomade delle precedenti collezioni inserendo elementi futuristici; iPhone alle caviglie e agli avanbracci delle modelle, visori di realtà aumentata al posto di occhiali da sole e infine un televisore a schermo piatto indossato sulle spalle di una delle modelle che trasmette la sfilata direttamente in streaming. I tessuti sintetici dall’atteggiamento camaleontico mutano ai flash degli smartphones. Tutto studiato e creato in un rapporto di causa-effetto. Domanda e risposta.

Qualche giorno dopo a Parigi, Iris Van Herpen, con Syntopia presenta la perfetta sinergia fra tecnologia e natura al fine di rappresentare l’uomo che può volare, grazie alla collaborazione con Studio Drift che ha realizzato l’istallazione 20 step per la sfilata. La tecnologia in vetro fluttua in simbiosi con gli abiti delle modelle richiamando il movimento delle piume degli uccelli in volo.

Oggi la tecnologia ha un ruolo decisivo riguardo l’accessibilità alle sfilate, porta cambiamento, innovazione e maggior visibilità ai brand. È il mezzo con cui lo spettacolo viene messo in scena e prende forma. Lo spettatore viene trasportato nel mondo del brand come se in certi casi avesse una parte all’interno dello show.

Guardando al sistema moda oggi, più giusto dunque parlare di inclusività piuttosto che esclusività. E se la rivoluzione non sarà trasmessa in televisione, probabilmente sarà trasmessa dai nostri smartphone.

Irene Orlandi

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