La moda che veste il mondo dello spettacolo

La moda ed il cinema, due mondi rappresentati da due sorelle: Anna che con la moda inizia nel 1946, e Teresa Allegri che si entusiasma per il cinema agli inizi della sua stagione migliore.

03.01.18 , Moda , Collaboratore Riflesso

 

La moda che veste il mondo dello spettacolo

Arrivata da Pistoia Anna apre una piccola boutique con laboratorio in Via Borgognona e ben presto unisce alla sua attività nella moda anche la produzione nel costume per il cinema.

A Roma entra  in contatto con i  compagni di studi universitari di Firenze, Piero Tosi, Franco Zeffirelli, Mauro Bolognini, giovani assistenti del cinema neorealista che cominciarono a rivolgersi alla boutique ogni volta che sul set c’era bisogno di qualche capo di abbigliamento. 

Dai primi abiti pensati in chiave contemporanea, per il cinema neorealista, alla grande prova del “Varietà”. Loro gli abiti delle prime Canzonissime, Studio Uno, di Mina e molti altri.

I salotti della sartoria divengono punto di riferimento e di ritrovo per celebrità del periodo, tra cui le esordienti Sophia Loren ed Eleonora Rossi Drago.

In quegli anni la sartoria mentre si dedicava  alla realizzazione di collezioni di Moda sfilando con Balestra, Sarli e Gattinoni  consolidava la sua vocazione nel vestire il cinema ed il mondo dello spettacolo.

Sono anni che vedono perfezionare il reparto cine-teatrale e la ricerca della fedeltà storica, quando richiesta; ma vengono anche realizzati abiti che richiedono maggior fantasia, ingegno e sperimentazione di materiali.

La contaminazione continua tra i due mondi producendo negli anni risultati molto apprezzati.

Attraverso il costume, Annamode rappresenta oggi settant’anni della storia dello spettacolo e si afferma come una delle più valide sartorie teatrali e cinematografiche. 

La sartoria vanta un curriculum di tutto rispetto: ha cucito gli abiti di quasi tutti i film del Neorealismo, da “Matrimonio all'italiana” a “Il Bell’Antonio”, “Rocco e i suoi Fratelli”, “Guerra e Pace”, “Casta Diva”, “Tre Passi nel delirio” fino ad arrivare ai giorni nostri, con le produzioni internazionali quali “Il destino di un Cavaliere”, “Robin Hood”, “Anna Karenina”, “Hugo Cabret”, “Cinderella”, “La Bella e la Bestia”, “Vicking”, “Re Artù”, vestendo attrici ed attori del calibro di Liza Minnelli e Ingrid Bergman in "Ninà (A matter of time)", Maria Schell in "Le notti bianche", Charlotte Rampling in "Il portiere di notte", Scarlett Johansson e Helen Hunt in “A good woman”.

Non solo Cinema, ma anche Fiction, Opere, Prosa, Musical.

Il segreto del successo di Annamode risiede soprattutto nell’esperienza e nella ricerca. Dietro ad ogni lavoro ci sono studi meticolosi, per far sì che gli abiti siano il più possibile fedeli a quelli dell’epoca a cui si riferiscono. Fondamentali l’utilizzo di abiti originali, foto antiche, collezioni museali d’epoca, ritratti e manuali facenti parte dell’Archivio della Fondazione. 

La realizzazione comincia con lo schizzo dei modelli tenendo conto del contesto all’interno del quale i costumi si avvicenderanno, cioè, dell’epoca a cui si riferiscono. 

Si procede in seguito con l’abbinare, a ciascun disegno, il tessuto, le decorazioni e gli accessori che si intendono utilizzare. Di solito, si segue un colore o tema dominante, per rendere ciascun abito subito riconoscibile e dotato di una sua peculiarità nella dinamica narrativa.

I materiali non sempre facili da reperire sono molto importanti, in Inghilterra o in America hanno una vastissima varietà di elementi anche per chi fa i costumi, in Italia le mercerie e i tessutai sono più concentrati su quello che si usa per la moda e non per la moda antica.

Si realizzano i primi prototipi che, una volta approvati, vengono realizzati dalle sapienti mani degli artigiani della sartoria per poterli consegnare in tempo per la data richiesta e l’andata in scena.

Ogni abito, realizzato negli anni, viene inoltre fotografato in modo da consentirne una perfetta visualizzazione on-line consultabile alla sezione eCostumes sul proprio sito .

Ad oggi sono 6.000 gli articoli disponibili ed ogni mese lo spazio virtuale viene implementato con centinaia di nuovi costumi fino a completare la digitalizzazione del magazzino reale in cui sono conservati circa duecentomila capi.

Molteplici sono gli utilizzi che Annamode suggerisce della sua “Modateca” digitale: dalla semplificazione del lavoro dei costumisti fino alla consultazione libera per stilisti o studenti di moda del costume come fonte di ispirazione.

La Fondazione Annamode è l’evoluzione della Sartoria Annamode. 

Dichiarata nel 2011, nell’ambito del progetto Archivi della Moda del Novecento, “luogo di notevole interesse storico” da parte della Soprintendenza dei Beni Culturali rappresenta un punto di riferimento unico al mondo per studiosi e ricercatori della tradizione e del know-how italiano, nell'ambito del cinema, della moda, dell'opera, della televisione italiana.

Il patrimonio è composto da una collezione di abiti ed accessori originali dalla metà del ‘700 ai giorni nostri, da una collezione di abiti creati per famosi protagonisti del cinema e del teatro in film ed opere divenuti celebri al grande pubblico oltre a bozzetti, locandine, in riviste e documentazioni, caso unico nel panorama produttivo di alto artigianato italiano nel connubio tra moda e cinema.

Le principali attività, attraverso un programma di iniziative culturali, sono la conservazione e la manutenzione dell'archivio, il fashion heritage, la formazione, le esposizioni e le pubblicazioni.

Mission della Fondazione è la diffusione e promozione della cultura della moda e del costume, dell'haute couture e del lavoro artigianale, del made in Italy e il know-how italiano.

a cura di Simone Bessi e Giada Martini

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