La crescita del trend “antiperfezionismo” nella società moderna

18.01.19 , Moda , Giulia Ratti

 

La crescita del trend “antiperfezionismo” nella società moderna

Da sempre la parola perfezione viene associata a uno stereotipo molto idealizzato di bellezza, che in tutte le sue forme, è diventata troppo appetibile e passivamante placante, ma non abbastanza inaspettata per essere memorabile.

La perfezione si rende rappresentazione di un’estetica condivisa dalla maggioranza ma quasi mai dai margini.

Il concetto di diversità al contrario, oggi non è ancora ben definito e molto spesso viene associato alla bruttezza, che ha il potere di cambiare, suscitare un’emozione nelle persone o quanto meno un’ idea, vista come cambiamento volto al raggiungimento di uno status.

In un mondo pieno di stereotipi, la diversità sembra essere diventata l’unico modo per distinguersi e manifestare la propria identità.

Nel mondo della moda il termine diversità sta cominciando ad essere sempre più associato a quello di unicità, come se le due parole non potessero prescindere l’una dall’altra.

Viviamo nell’era in cui la bellezza non è più sinonimo di perfezione, bensì di scelta, poichè non esistono corpi più belli di altri, esistono solo concetti diversi.

La sperimentazione sui codici estetici legati all’appartenenza di genere ha segnato profondamente la moda recente, che ha costruito un capitolo fondamentale in termini di stile facendo sviluppare il trend della “diversity coolness”.

La bellezza non è più nè univoca nè unica, ma nasce dall’attenta osservazione della realtà.

Odiernamente i designer e le grandi case di moda sperimentano e indagano per cercare nuovi canoni estetici.

Da Vetements a Gosha Rubchinskiy fino a Hood by Air: la moda oggi celebra la diversità, una diversità capace di esprimersi anche attraverso l’estetica dei modelli scelti non solo attraverso i capi.

Le modelle plus size, sono parte attiva del fashion business e hanno imposto la loro identità su le più grandi passerelle, conquistando non solo l’opinione pubblica ma anche le riviste. Ashley Graham, Candice Huffine, Marquita Pring e Jordyn Woods sono sono alcuni dei nomi delle modelle curvy, accanto a quello di Winnie Harlow, la prima modella affetta da vitiligine a calcare le passerelle riuscendo a forzare i canoni di perfezione del fashion system diventando un simbolo di forza e tenacia per le nuove generazioni.

Il Brand italiano Gucci, sotto la direzione creativa di Alessandro Michele, è fautore di un innovativa visione estetica, proponendo un nuovo canone che ci ha abituati non solo a vedere la moda ma anche il beauty da un’altra prospettiva.

Il nuovo account @guccibeauty racconta la bellezza nella sua globalità attraverso immagini artistiche.

Nessun prodotto, o influencer, ma opere d’arte provenienti dai più importanti musei, gallerie e collezioni private di tutto il mondo, che testimoniano come gli ideali di bellezza si siano evoluti nel corso del tempo attraverso epoche e culture diverse.

Gucci dunque analizza il concetto stesso di bellezza, come rappresentazione di un ideale diverso a seconda del luogo e dell’epoca a cui si fa riferimento, vedendo essa stessa come qualcosa da restaurare, ma mai da lasciare immutato, come se fosse materia a cui dare forma.

Senza pensare a che cosa sia giusto o sbagliato, ma solo traendo ispirazione dalla visione che la realtà stessa e il passato sono in grado di offrici.

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