Matrimoni civili all’Ambasciata Italiana nel Principato di Monaco

Martedì, 28 Aprile 2015,
Incontro l’Ambasciatore italiano nel Principato di Monaco, Antonio Morabito.  Diplomatico di carriera, ha una lunga e ricca esperienza che lo ha portato a ricoprire importanti incarichi al Ministero degli Affari Esteri, all’ONU nella delegazione italiana, alla Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo e Promozione Culturale e anche presso l’ufficio del Presidente del Consiglio. Uomo di grande talento e cordialità, dalla spiccata simpatia, è affabile, espansivo, estroverso, comunicativo e naturale, con una grande capacità di socializzare e presentarsi agli altri. Ha un approccio moderno e innovativo nei diversi rapporti e nei contatti con le imprese. È un uomo di grande carisma, esperienza e personalità, qualità molto apprezzate nel Principato di Monaco. Antonio Morabito è inoltre un esperto di comunicazione. Ha pubblicato il libro “Indonesia Arcipelago delle Meraviglia”, quando era Primo Segretario di Legazione per i settori politico, economico e commerciale all’Ambasciata d’Italia a Giacarta (1989 - 1993). Ha pubblicato il volume “Italiani a Mendoza” e ha fondato il periodico “Avvenimenti Italia-Cuyo”quando era Console d’Italia a Mendoza, Argentina. Cura le pubblicazioni: “L’impegno dell’Italia per i diritti di bambini, adolescenti e giovani” (Firenze: Istituto degli Innocenti, 2004); “Nassiriya, la città, la sua gente, la Cooperazione italiana” (Roma:RAI Eri, 2004).; “Darfur, un dramma dimenticato” (Roma: Ministero degli Affari Esteri. DGCS, 2005); “Solidarietà e Sviluppo – L’impegno della Cooperazione Italiana nel Mondo” (Roma: Ministero degli Affari Esteri - DGCS, 2006).  Comincerà presto a occuparsi della pubblicazione del volume sull’Ambasciata d’Italia a Monaco. Il nuovo ambasciatore italiano si interessa anche al cinema e ha coordinato la realizzazione del Film “All the invisible children” e la realizzazione delle “Giornate per la Cooperazione Italiana” 2004 – 2005, promosse dalla Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri. Le “Giornate” si svolgono sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, il Patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati.   Come è nata l’idea di scrivere? “L’idea delle pubblicazioni nasce dal desiderio di comunicare le esperienze vissute e trasmettere le situazioni di persone incontrate e di realtà che meritavano di non rimanere un “ puro ricordo”, un po’ prima di instagram e che i social network prendessero il sopravvento. Sono il risultato di fotografie e di vari appunti raccolti negli anni. Alcune pubblicazioni riguardano la sfera personale e mettono insieme ricordi dei vari viaggi compiuti. Così la raccolta di foto sull’Indonesia e il racconto sul Ciclo della Vita dell’Arcipelago. Mentre quelle curate per il Ministero sono relative alle pubblicazioni istituzionali e alle azioni dell’Italia nei settori umanitari e della cooperazione”.   Il film “All the Invisible Children” dove è stato realizzato e di cosa parla? ”È un film che ha permesso di promuovere i temi della cooperazione allo sviluppo e di sostenere la tutela dell’infanzia, grazie alla collaborazione Ministero e dell’Unicef. All the Invisible Children è un film a episodi del 2005. Il film è stato girato dai più grandi registi internazionali come Mehdi Charef, Emir Kusturica, Spike Lee, Kátia Lund, Jordan Scott, Ridley Scott, Stefano Veneruso e John Woo. È stato presentato in anteprima il 1º settembre 2005 al Festival del cinema di Venezia, mentre nelle sale italiane è uscito il 3 marzo 2006. All’anteprima che si è tenuta a Roma, era presente come ospite d’onore anche il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.Il film è diviso in sette cortometraggi che raccontano varie storie della sofferenza infantile nel mondo; i bambini "invisibili", vittima del degrado, della violenza o della povertà sono i commoventi protagonisti di questa testimonianza dell’infanzia rubata”.  Il ruolo di ambasciatore, è una carica molto attiva bisogna predisporsi alle pubbliche relazioni?  “Fa parte del lavoro, è uno dei “doveri” di questo mestiere, è anche uno strumento di lavoro per conoscere e relazionarsi”.   Come hai fatto a trasformare la sede dell’Ambasciata in una vera sede diplomatica con tanto di oggetti d’arte e eleganti decorazioni, esclusivamente con donazioni di privati? Tutto merito del tuo savoir-faire? “La sede dell’Ambasciata d’Italia nel Principato di Monaco possiede oggi una collezione di opere d’arte moderna e contemporanea e un mobilio in stile; tutto ciò è stato possibile grazie all’apporto di artisti e sponsor privati che hanno sostenuto l’iniziativa del rinnovo della sede. L’ammodernamento dell’Ambasciata e una sua nuova vivacità culturale sono permessi da un arredamento che rispecchia l’immagine dell’Italia e le espressioni più belle dell’arte moderna e contemporanea”.   Come è nata l’idea di consentire alle coppie italiane di sposarsi con matrimoni civili nell’Ambasciata.  “Si tratta di una possibilità prevista dalla legge, quella di permettere i matrimoni civili nella sede diplomatica, considerando anche la bellezza delle sale.  Solitamente, per celebrare un matrimonio, almeno uno dei due sposi deve essere residente, anche se sono possibili deroghe. In tutti i casi, l’atto di matrimonio deve essere trascritto in Italia, presso il Comune di residenza o presso l’Aire (Associazione Italiani Residenti all’Estero). Il rito civile deve essere celebrato in Ambasciata dall’Ambasciatore o da un suo delegato”. Quanto costa? “È possibile trovare tutte le informazioni nel sito dell’Ambasciata oppure chiamare direttamente. Per questo servizio è richiesto un contributo/donazione minimo di 2.500 euro. Per il matrimonio religioso, occorre rivolgersi alla Parrocchia nel Principato di Monaco o alla chiesa in cui si vuole celebrare il proprio matrimonio”.    Il numero della comunità italiana è molto importante, arriva giusto dopo i monegaschi e i francesi. “La presenza degli italiani è tradizionalmente molto forte e anche recentemente si è registrato un incremento, tanto che la comunità italiana rappresenta oggi il 25% dei cittadini. I residenti attualmente sono 7419, di cui 1362 minori e 6057 maggiorenni. A questi si aggiungono oltre 6000 lavoratori frontalieri, soprattutto impiegati, artigiani, operai e lavoratori dipendenti che ogni giorno giungono nel Principato per lavorare”.   Qui c’è un ambiente internazionale e una clientela abituata al lusso e allo high style, che sono elementi fondamentali per chi vuole aprire nuove attività alberghiere, di ristorazione o commercio. C’è ancora spazio per gli italiani a Montecarlo per aprire nuovi business? “La comunità italiana nel Principato è  prestigiosa, attiva, dinamica e ben integrata sia nel mercato di Monaco che nei mercati mondiali. Gli italiani danno un  sostanziale apporto alla crescita e allo sviluppo economico, sociale e culturale del Principato. Molti sono i residenti impegnati nel sistema bancario, nella ristorazione e nelle strutture alberghiere, nei settori dell’immobiliare e della costruzione, della navigazione, del trading internazionale, del commercio, del turismo e delle navi da crociera che viaggiano nel mondo. Il “Made in Italy” è sempre presente anche nei prodotti di lusso, amati sia dai monegaschi che dagli altri stranieri residenti. Molte sono le eccellenze intaliane nei settori della logistica e forniture di beni a livello internazionale con strutture di alta professionalità”.    Quali sono gli eventi che organizzate per le società italiane che vogliono esporre i propri marchi Made in Italy sul territorio monegasco? “Tra le iniziative “Incontri con Regioni e Città d’Italia” e l’Esposizione “Stile Italiano arte e design” al Grimaldi Forum, in occasione dei 150 anni dell’Unità, evento importante con Emilia Romagna, Sardegna e Toscana, Calabria, Basilicata, Umbria, Marche. Il “Mese della Cultura e della Lingua italiana”, che giunge quest’anno alla IV edizione è diventato un evento di riferimento per la società italiana. In marzo, la prima edizione del Forum Internazionale del Made In Italy”.    Il Forum del Made in Italy è un’occasione davvero importante per il nostro Paese. “Questa prima edizione, Sua Eccellenza Italia, sintetizza in modo efficace gli obiettivi fondamentali dell’evento: valorizzare le migliori realtà imprenditoriali del nostro Paese; rinnovare il concetto di Made in Italy proiettandolo a livello internazionale; promuovere per favorire la crescita e lo sviluppo dell’economia. Attraverso un’alternanza di sessioni plenarie e workshop ristretti, il Forum intende stimolare la discussione, il confronto e l’interscambio di esperienze e valori tra istituzioni e imprese. Il programma prevede la trattazione di alcuni temi di portata strategica tra i quali: il futuro del Made in Italy nello scenario economico attuale; i modelli organizzativi vincenti per competere nel contesto globale; il sistema finanziario al servizio dell’impresa; misure, regole e istituzioni per promuovere e tutelare le imprese; alcuni punti di forzasono: il fashion, l’agroalimentare, la cultura; ricerca e innovazione tecnologica come leve competitive; l’edilizia ecosostenibile e la mobilità intelligente. È prevista la partecipazione, in qualità di relatori, di personalità del mondo economico, politico e istituzionale. Tra i delegati e i partecipanti, personalità del mondo imprenditoriale, economico e dei media italiani e internazionali. Il “Forum Internazionale del Made in Italy” è un’iniziativa che si pone in linea con gli obiettivi e le strategie di politica economica del Governo italiano, lanciati con il piano Destinazione Italia, nel contesto generale di una diplomazia dell’attrazione che vede impegnati il Ministero degli Esteri, le Ambasciate nel mondo e “Destinazione Italia”. Il Forum Internazionale nel Principato di Monaco è divenuto possibile grazie alla convinta adesione e al lavoro organizzativo di imprenditori italiani residenti a Monaco guidati dai forti legami con l’Italia, convinti che il Principato sia un’opportunità per l’Italia, una vetrina per il Made in Italy. Il piano Destinazione Italia valorizza le reti degli italiani nel mondo, viste come leve per la crescita del Paese. Una valorizzazione globale degli italiani”. Il Forum, in linea con il piano “Destinazione Italia”, si pone l’obiettivo di realizzare una piattaforma che favorisca i contatti tra istituzioni, aziende, investitori e grandi manager”.   Le banche monegasche hanno chiuso tutti i conti agli italiani e c’è un incremento della richiesta di residenza, è finito il sogno dei paradisi fiscali? “Monaco non è più un paradiso fiscale, ma un’economia reale. Il Principato è sinonimo di qualità di vita, di sicurezza, di classe, di cultura, ma anche d’imprenditorialità. Vedo gradualmente superati molti stereotipi. Monaco è un Paese che produce, che lavora, che offre sempre più uno spazio serio, trasparente, per lavorare sui mercati mondiali. Monaco è un centro economico e commerciale dinamico, dove sono già presenti oltre mille società gestite da italiani, in qualsiasi settore. Una dinamica, attiva e intraprendente comunità d’italiani (aoggi quasi 7400 residenti AIRE). Quando si parla di favorire l’internazionalizzazione delle imprese e promuovere tradizioni del “Sistema Paese” vuol dire anche che vi è una potenziale interazione possibile, che nell’apertura ai mercati asiatici ed extra-europei Monaco può offrire alle aziende italiane “ponti e sostegni importanti”.  Si aggiungono gli italiani transfrontalieri che ogni giorno viaggiano dall’Italia e che lavorano a Monaco nei vari settori, alberghiero, turistico e dei servizi. Sono oltre 6000, oltre a un flusso continuo di turisti. Il sistema di Monaco si è adeguato alle modifiche determinate dall’OCSE e dalla Banca di Francia”.    Parliamo un po’ più di te come uomo? Sei sposato? “Sono abbastanza riservato, ma sì sono sposato con Carina Marcela Diaz che ho conosciuto in Argentina, e abbiamo due figli, Carlo Agostino (15 anni) e Maria Elena (13 anni)”.   Sappiamo che come uomo pubblico sei molto attivo e presente, ma nella vita privata come sei come papà, esigente, severo, dolce o comprensivo? “Carlo Agostino e Maria Elena sono figli molto esigenti, vivaci ed estremamente affettuosi. A casa i ruoli non sono importanti e per loro sono semplicemente il loro “papà”. Mi ritengo un padre dolce, comprensivo e presente, per nulla rigido o distaccato”.

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