La cioccolata di somma eterna lode è degna

Lunedì, 01 Ottobre 2012,
 
Cacao, teobroma, cibo degli dei, direttamente dalla fucina di vulcano, temperato al punto giusto, così nasce il perfetto fondente: lucido e mai opaco, liscio e vellutato, profumo intenso di cacao, rumore netto limpido, lo snap, quando lo spezziamo, fuso poi tra lingua e palato sarà dolce e lievemente amaro in bocca. Cioccolato nella storia: offerta votiva, bevanda aristocratica, moneta, farmaco, cosmetico. Colombo non ne riportò indietro in Spagna, poco interessato a quelle mandorle di cacao, moneta di scambio offertagli in dono. Poi i monaci nei conventi ne addolcirono il gusto, compito loro trovare le erbe giuste a creare nuovi accettabili sapori per questa sostanza, che si credeva, a ragione, dotata di virtù salutari, nutrimento stimolante anche nei lunghi periodi di digiuno. Con i matrimoni dinastici il cioccolato cominciò a girare per le corti, come in Toscana, alla corte dei Medici o in Casa Savoia. Intanto a Venezia, e siamo nel '700, Casanova ne beveva in grandi quantità, scopertone il tratto afrodisiaco. Francesco Majani a Bologna inventerà la Scorza, il primo cioccolato solido a riprodurre esattamente la corteccia della quercia e Caffarel e Peyrano, valdesi a Torino, creeranno fortunosamente il primo Gianduiotto, con la pasta della famosa nocciola delle Langhe, la tonda gentile o " nocciolla": estruso, modellato a mano a coltello, una delizia! Ed ecco il cioccolatino più famoso: da noi, a Perugia, siamo ai primi del'900, da un'antica confetteria di Via Alessi, trasformata in piccola fabbrica di cioccolato, la Perugina, per l'intelligenza, l'intuizione e certo per la passione amorosa di una donna, si crea il Bacio. E il Tre Re e il Dimmi di sì, nomi di una volta, fascino di un tempo, cioccolatini inimitabili a significare un gusto che si tramanda immutabile malgrado il secolo trascorso. E Luisa ancor oggi significa un superbo cioccolato fondente della Perugina, oltre che una delle straordinarie donne italiane che hanno fatto il novecento. Oggi con la Scuola del Cioccolato, la Perugina offre una esperienza creatività emozione da condividere insieme al Maitre Confiseur. E che l'aria a Perugia profumasse di cacao lo attesta ancora la storica ciminiera, aroma che dalla stazione saliva su verso l'Acropoli a inondare di gusto i vicoli della nostra città e a raccontare storie di golosità nascenti. E ancora poi il cioccolato della Carla Schucani, della Caffetteria Sandri in pieno Corso Vannucci, 150 anni di storia a Perugia, maestra cioccolatiera inimitabile, di tradizione svizzera, con in più il tocco del pastigliaggio d'artista a creare monumenti, luoghi, fontane, la nostra Maggiore e tutte quelle minori di Perugia, splendide sculture di cioccolato, artista di paesaggi sin dalla giovinezza. Che il cioccolato scorra come sangue, nero, nelle nostre vene, lo attestano anche le numerose produzioni artigianali di oggi, tutte di un ottimo cioccolato con le sue inimitabili caratteristiche: il cioccolato di Augusta Perusia, superbo fondente di giovani creativi; quello di Vannucci, grandi creazioni artigianali; il cioccolato di Milepi, piccolissima azienda e quello di Ellegi, cioccolato e pralineria confettata. Insomma senza questa dolce "scioglievolezza" i nostri inverni sarebbero molto più freddi e più tristi. E sarebbe anche un monotono monocorde ottobre senza Eurochocolate, appuntamento ormai quasi ventennale col cioccolato, è indubbio evento commerciale e di grande affluenza e confusione nel nostro bel Corso Vannucci, chè spalmato per altre vie funziona poco. Forse perché qui al Corso è nato ed i turisti si aspettano di veder sgorgare in quei giorni dalle famose tazze della nostra Fontana Maggiore, cioccolata invece che acqua, come qualche depliant pubblicitario ha già gioiosamente inventato.

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