Robert Capa e l’Italia in guerra

Sabato, 21 Marzo 2015,
Raccontare la guerra è ardua impresa, soprattutto se non la si vive sulla propria pelle, se non la si guarda con i propri occhi. Robert Capa, fotoreporter di guerra tra i più coraggiosi, è riuscito a imprimere e cogliere i volti della guerra come nessuno prima di lui. Spazio Oberdan di Milano, in collaborazione con la Città Metropolitana di Milano, Fratelli Alinari Fondazione per la Storia della Fotografi, il Museo nazionale ungherese e con il patrocinio del Comune di Milano, dedica a questo grande pioniere del fotogiornalismo una mostra in cui vengono esposte 78 fotografie in bianco e nero scattate in Italia tra il 1943 e il 1944. Endre Ernő Friedmann, noto con lo pseudonimo di Robert Capa, è stato uno dei fotoreporter di guerra più affermati e stimati al mondo. Nasce a Budapest nel 1913. Di origini ebraiche, si trasferisce giovanissimo a Berlino con l'ambizione di diventare scrittore. Qui l'impiego temporaneo presso uno studio fotografico lo fa avvicinare al mondo della fotografia che mai abbandonerà. Con l’avvento del nazismo è costretto a lasciare la Germania. Si trasferisce in Francia con la compagna Gerda Taro, anche lei fotografa, ma qui incontra non poche difficoltà nel trovare lavoro come fotografo freelance. È in quegli anni che decide di adottare uno pseudonimo. “Avevo un nome che non andava troppo bene. Non ero incosciente, soltanto un po’ più giovane. Non riuscivo a ottenere un incarico. Avevo assolutamente bisogno di un nome nuovo. E così mi inventai che questo Bob Capa fosse un famoso fotografo americano giunto in Europa, uno che non voleva scomodare i redattori francesi che non pagavano abbastanza”. La fama arriva nel 1936 con lo scatto del miliziano colpito a morte, che riproduce il famoso "momento decisivo" che il fotografo sempre insegue. Instancabile Capa testimonia la seconda guerra sino-giapponese e la Seconda Guerra Mondiale. A Parigi, nel 1947, fonda con Cartier-Bresson, Seymour, Rodger e Vandivert l’agenzia fotografica Magnum Photos, che diventerà una delle più prestigiose agenzie al mondo. Nel 1948 riparte e affronta la guerra arabo-israeliana e nel 1954 la prima guerra d’Indocina come inviato di “Life”. Rivolge in modo intenso la sua attenzione a soldati e civili vittime incontrastate della stessa guerra, cogliendo la stanchezza e l'afflizione di un inferno che gli stessi uomini si sono costruiti e in cui lui stesso troverà la morte. Un Robert Capa che emoziona chiunque si fermi a guardare. Sullo sfondo della guerra scene di vita di gente comune in cui ognuno ritrova la sua storia. Robert Capa in Italia Spazio Oberdan-Fondazione Cineteca Milano Viale Vittorio Veneto 2, angolo piazza Oberdan Milano 30 gennaio – 26 aprile 2015