Luca Signorelli “de ingegno et spirto pelegrino”

Giovedì, 31 Maggio 2012,
Dal 21 aprile al 26 agosto 2012, l'Umbria dedica una rassegna monografica a Luca Signorelli (Cortona 1450 -1523), uno dei più importanti maestri del Rinascimento, attivo in Italia centrale tra il 1470 e il 1523. Giovanni Santi, il padre di Raffaello, lo definì un artista "de ingegno et spirto pelegrino". La mostra, la prima dal 1953, espone oltre 100 opere, di cui 66 del pittore cortonese, e si articola in tre sedi espositive: a Perugia nella Galleria Nazionale dell'Umbria, a Orvieto nel Duomo, nel Museo dell'Opera e nella chiesa dei Santi Apostoli, a Città di Castello nella Pinacoteca Comunale. La mostra dedicata a Luca Signorelli segna un'ulteriore tappa del percorso per valorizzare gli artisti più rappresentativi della ricchissima stagione rinascimentale in Umbria, inaugurato nel 2004 con la mostra "Perugino il divin pittore", proseguito nel 2008 con la mostra dedicata a Pintoricchio e nel 2009/2010 con la mostra dedicata a Piermatteo d'Amelia. Nella sede della Galleria Nazionale dell'Umbria di Perugia si delinea l'evoluzione artistica di Signorelli, a partire dagli anni della formazione sotto la guida del maestro Piero della Francesca e attraverso i capolavori più significativi della sua carriera. Nella sede di Orvieto si potrà ammirare il grandioso ciclo del Giudizio Universale, dal quale trasse ispirazione Michelangelo per affrescare la Cappella Sistina. A Città di Castello saranno visibili molti ritratti eseguiti dall'artista per la famiglia Vitelli, che diede all'artista molte occasioni di lavoro. La mostra è stata interamente realizzata all'insegna della green economy, con materiali riciclati e uso del fotovoltaico per l'illuminazione. Inoltre è disponibile, per i sistemi Apple e Android, un applicazione realizzata dalla Regione Umbria, che fornisce informazioni di carattere scientifico, turistico e organizzativo e permette di effettuare una visita virtuale nella Cappella di San Brizio nel Duomo di Orvieto. La mostra permette di conoscere la vitalità culturale del maestro cortonese, interprete attento della tradizione classica, ammesso a frequentare i più raffinati circoli neoplatonici della Firenze di Lorenzo il Magnifico in un epoca che ha regalato alla storia artistica italiana alcuni tra i più grandi capolavori.